Con il via libera alla manovra, per l’auto arriva la stangata. L’aumento dell’IVA di un punto percentuale (dal 20 al 21%), non peserà solo sulla manutenzione dell’auto, ma anche sul suo costo di acquisto.
Insieme all’IVA a cambiare sarà però anche l’IPT, l’imposta provinciale di trascrizione che si paga al momento dell’acquisto dell’auto e che varia a seconda della provincia. Da un importo fisso, compreso fino ad oggi tra le 151 e le 196 euro si passa a un importo variabile in proporzione alla potenza in chilowatt del veicolo (da 3,51 euro al kW fino a 4,56 euro al kW). La somma varierà da provincia a provincia.
“L’aumento di un punto sull’IVA determinerà un aggravio di costi per gli italiani di quasi 220 euro per ogni auto acquistata, per un totale di 435 milioni di euro. All’IVA si dovrà poi aggiungere il surplus sull’IPT: provvedimenti capestro che metteranno in panne il sistema italiano dell’automotive”. Così, il presidente di Federauto Filippo Pavan Bernacchi, l’associazione dei concessionari italiani che si riuniranno a Verona il 12 e 13 ottobre in occasione del Top Dealer Forum.
“Nel 2010 – prosegue Bernacchi – nonostante i dati negativi, il settore auto ha comunque garantito alle casse dello Stato quasi 68 miliardi di euro, pari a circa il 16,6% dell’intero gettito fiscale nazionale”. E con la revisione dell’IPT sull’auto arriva un ulteriore stangata: per immatricolare una Fiat Panda 1.3 MJT da 55 kW si pagheranno 232 euro a Roma e 251 a Milano e Palermo. Per una Ford Focus 1.6 da 84 kW ne serviranno dai 354 ai 384, ovvero più del doppio rispetto alla tassa fissa di 181 euro precedente alla manovra. L’associazione dei noleggiatori Aniasa ha calcolato che l’impatto sul settore sarà di 75 milioni di euro, contro i precedenti 40. Intanto diverse case auto si muovono per far fronte al caro Iva offrendo sconti equivalenti all’aumento dell’1%.
Gli aumenti peseranno sulle tasche anche di chi ha già firmato un contratto: per chi ad esempio ha prenotato una vettura qualche settimana fa, al momento del ritiro dovrà farsi carico dell’aumento dell’IVA e dell’IPT.