Sono trascorsi pochi giorni dall’appuntamento di Mirabello, in provincia di Ferrara, dove il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha riunito per la seconda volta dalla nascita il popolo di Futuro e Libertà, piuttosto esiguo e sparuto, oltre che poco convinto, a dire il vero. Dalla platea, anzichè sostenere Fini, il pubblico lo ha fischiato quando il leader ha confermato la sua volontà di restare presidente della Camera. C’è scarsa convinzione che il partito possa essere centrale nell’arco politico, molta la delusione e tanta la frustrazione. Sembrano lontanissimi i tempi in cui, solo un anno fa, sempre a Mirabello, il discorso di Fini fu atteso e seguito da tutto il mondo politico e considerato lo spartiacque tra il prima e il dopo. Da lì, infatti, partì la strategia di uscita di Fini dalla maggioranza.
Quest’anno, a seguire le cronache pur interessate alle minuzie politiche, di Mirabello nemmeno traccia, se non in qualche trafiletto di quarto piano in qualche quotidiano. Il motivo? Fini e Fli non contano più nulla, neanche all’interno del famigerato e mai nato Terzo Polo. La stessa maggioranza è autosufficiente nei numeri e lo ha dimostrato da un anno a questa parte e semmai guarda a Casini come interlocutore, limitandosi ad auspicare un cambio di rotta degli ex alleati finiani. Insomma, Fini ha perso quella centralità a cui aveva anelato per anni, ma che è andata sciupata tutta quel 14 dicembre del 2010, quando il governo resse alla violentissima onda d’urto della sfiducia presentata proprio dal presidente della Camera.
Ieri, Fini, abbronzato e rientrato dalle vacanze, ha espresso il suo malumore ai suoi collaboratori a Montecitorio, invitando i compagni di partito ad abbandonare personalismi e gelosie e confermando di non volere rinunciare al suo ruolo istituzionale. Ha comunicato che Fli non appoggerà il presidente del Molise Iorio, perchè indagato e berlusconiano, ma al suo posto sosterrà il candidato del centrosinistra Frattura. Rivolta nel partito, soprattutto a livello locale, tra quanti temono che ciò apra definitivamente la prospettiva di un ingresso nel centrosinistra.
E nonostante gli appelli all’unità, rumors di corridoio parlano di tre parlamentari Fli in fuga da Fini, che sarebbero in procinto di rientrare nella maggioranza attraverso il salva-condotto rappresentato da Adolfo Urso e il suo Fare Italia. Quella di Fini sembra la storia dei dieci piccoli indiani, che a ogni giro restavano sempre in meno.