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Guatemala, sorpresa alle urne. Per Molina solo 32% al primo turno

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Giuseppe Timpone

I risultati sono arrivati, sebbene già vi sia aria di polemica sui ritardi con cui il Tribunale elettorale guatemalteco ha diramato l’esito del voto di domenica scorsa. Quando erano trascorse tre ore dalla chiusura delle urne, era stato scrutinato ancora solo il 2% delle schede per l’elezione presidenziale. Alla fine, però, quando i risultati sono giunti, la sorpresa c’è stata. Quello che avrebbe dovuto addirittura anche vincere al primo turno o comunque avvicinarsi in modo convincente alla soglia del 50% dei voti, l’ex generale Otto Perez Molina, leader del Partito Patriottico, ha riportato un deludente 32,1% dei consensi, che sebbene gli valgano il primo posto, non gli assegnano sul rivale un margine tale da potere affrontare con serenità la campagna elettorale per il secondo turno di ballottaggio, che si terrà il 6 novembre.

Lo sfidante sarà Manuel Baldizon, che arriva a un ottimo 21,1% dei voti. I sondaggi gli assegnavano non oltre il 14-15%. Altra sorpresa è stata poi quella del terzo incomodo, l’outsider professore di fisica Eduardo Suger, che ha riportato il 14% delle preferenze. E fin qui parliamo di tutti candidati di destra, che hanno puntato soprattutto sul tema della sicurezza, che in Guatemala è considerato il problema più sentito, data la criminalità dilagante, che rende questo uno degli stati più violenti e insicuri al mondo. L’unica candidata della sinistra, il premio Nobel per la pace, Rigoberta Menchu, ha ottenuto un misero 2,4%, in linea sia con le previsioni, che con il suo fallimento politico delle scorse presidenziali.

Dunque bisognerà attendere il secondo turno per verificare chi sarà il prossimo presidente del Guatemala. Anche nelle precedenti due tornate elettorali, le uniche da quando si è posto fine alla dittatura, il primo turno era stato insufficiente. Ma Molina, con queste percentuali, dovrà adesso ricercare un ampio consenso tra i candidati esclusi dalla corsa per il ballottaggio. E la stessa cosa è prevedibile che la faccia Baldizon, il quale indietro di undici punti sullo sfidante, potrebbe ricercare l’appoggio di Suger e creare un fronte ampio anti-Molina.

Quel che è certo è che il prossimo capo dello stato sarà di destra. E la svolta potrebbe servire per una politica con il pugno duro contro il crimine. La chiede il popolo guatemalteco, che si sente ormai minacciato a ogni ora del giorno e della notte da omicidi e crimini incessanti.

 

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Giuseppe Timpone