Altro che fuga dai giudici, altro che impegno di Strasburgo e Bruxelles fissato giusto per non incontrare i pubblici ministeri di Napoli che si stanno occupando del caso Tarantini: Silvio Berlusconi risponde alle accuse di chi ritiene che stia scappando dai pm e lo fa con il solito metodo, un intervento in diretta a Mattino 5, uno dei programmi che vanno in onda sulle sue televisioni, intervistato da Maurizio Belpietro.
Il premier definisce un’assurdità la sola idea che lui stia fuggendo dall’incontro con i pm napoletani e spiega il motivo del suo viaggio a Bruxelles e Strasburgo: “Vado a spiegare i dettagli della manovra all’Europa, vista la confusione che si è creato per colpa del comportamento tenuto dall’opposizione e dai quotidiani. Con il loro modo di fare si è reso necessario confortare gli interlocutori europei ed è questo il motivo per cui ho chiesto un incontro con il presidente del Consiglio dei capi di Stato e di governo Van Rumpuy, con il presidente della Commissione Barroso, con il presidente del Parlamento Buzek e ho ritenuto fosse urgente recarmi lì per spiegare la nostra volontà di raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013”.
Sempre sulla manovra che è ora al vaglio della Camera dei Deputati dopo essere stata approvata al Senato, il premier si è detto convinto che non ci saranno ulteriori modifiche e che sarà varato entro mercoledì: “Non c’è spazio per modifiche di una manovra già giusta. Per la prima volta in 135 anni manterremo i saldi in pareggio”.
Ma è sull‘inchiesta di Napoli, nella quale veste i panni della vittima di un’estorsione orchestrata da Tarantini e Lavitola, che il presidente del Consiglio va all’attacco affermando di essere pronto ad incontrare i pubblici ministeri e di non aver nulla da temere visto che non ha mai commesso un reato e che per giunta in questa occasione, al contrario di altre, sarebbe sentito soltanto in veste di testimone: “Non mi sembra sia vietato dalla legge aiutare una famiglia in difficoltà dove ci sono bambini piccoli, che è costretta ad aiutare un’altra famiglia e che è passata dall’agiatezza alla miseria anche per colpa dell’intervento dei magistrati. Aiutare il prossimo non è certo un reato”.