Oggi, il Guatemala è chiamato a scegliere il suo prossimo presidente. Le elezioni presidenziali prevedono un eventuale secondo turno di ballottaggio, qualora nessuno dei candidati dovesse riuscire a raggiungere il 50% + 1 voto.
Su una popolazione di 12,7 milioni di abitanti, alle urne sono chiamati in poco più di 7 milioni. Lo stato dell’America Centrale è uno dei più violenti al mondo, con una media quotidiana di quasi 20 omicidi, per un totale di circa 6000 morti ammazzati all’anno e un indice di 48 uccisioni ogni 100 mila abitanti. Troppo, per una popolazione che ne ha abbastanza di questi tassi di violenza. Per questo, il “leitmotiv” della campagna elettorale è stato “mano dura e pena di morte“. E il tema della sicurezza ha potuto trovare un suo sfogo nei candidati, in quanto tutti e tre gli sfidanti sono di destra. Un fatto anomalo, dovuto a un trucco non riuscito ai socialdemocratici del presidente Alvaro Colom, che non potendosi per Costituzione ripresentarsi per un secondo mandato ed essendo vietata la candidatura di parenti del presidente in carica, aveva trovato un facile éscamotage: divorziare dalla moglie Sandra Torres e fare correre lei per la sinistra. Se nonchè la sua candidatura è stata invalidata, per cui oggi i socialdemocratici non possono correre alla presidenza, ma dovranno accontentarsi di gareggiare per i 158 deputati e i 333 consigli comunali, oltre che per i 20 seggi del parlamento centramericano.
L’attuale presidente Colom è implicato in affari di dubbia liceità con alcune banche, a cui si era opposto un avvocato, un tale Marzano, che morì assassinato nel 2009, mentre girava in bici. Ma un clamoroso video-messaggio della vittima dice testuali parole: “Se vedete questo video, è perchè il presidente Colom e il suo segretario privato Gustavo Alejos mi hanno ucciso”.
E la voglia di sicurezza e di ordine è così forte tra gli elettori, che accreditato per la vittoria è un ex generale, Otto Perez Molina, che i sondaggi danno tra il 42% e il 46%. Segue a distanza l’imprenditore Manuel Baldizon, che uscito dal partito di Colom, oggi ricerca il consenso della sinistra orfana di un suo candidato, ma con tematiche di destra, come “flat tax” al 5%, ma anche sussidi alle famiglie con figli a scuola, etc. Al terzo posto, con una manciata di consensi dovrebbe attestarsi Eduardo Suger, anch’egli di destra, dato all’11%.