E’ bastata la divulgazione dell’indiscrezione per cui il componente tedesco del comitato esecutivo della BCE si sarebbe dimesso, che le borse del Vecchio Continente sono sprofondate in terreno negativo, di gran lunga ampliando le perdite della seduta già in corso. E se Piazza Affari nella mattinata di ieri perdeva il 2%, a fine contrattazioni era in rosso del 4,93%. Un tonfo pesantissimo, che annulla i guadagni della settimana e fa tornare la paura nelle borse.
Ne ha risentito molto negativamente anche il differenziale di rendimento tra i BTp e i Bund tedeschi a dieci anni, arrivato a quota 370 punti base, in rialzo di quasi una quarantina di punti sulla seduta precedente. E l’Italia non poteva non essere coinvolta nella bufera delle dimissioni di Stark, che sebbene abbia deciso di lasciare il suo incarico per motivi personali, non sfuggirà nemmeno al più distratto degli analisti che il suo addio coincide con la decisione della BCE di proseguire negli acquisti di bond italiani e spagnoli.
Pesa negativamente sul clima delle borse anche la scarsissima credibilità del piano occupazionale presentato da Obama al Congresso, che tutti sanno essere quasi impossibile nella realizzazione, essendoci la contrarietà dei Repubblicani, maggioranza alla Camera. E la mancanza di notizie credibili dagli USA ha fatto scivolare anche Wall Street, che ieri sera ha chiuso le contrattazioni con l’indice Dow Jones in rosso del 2,7%.
Ci sono timori per la stagnazione europea, prevista e analizzata dal Fondo Monetario Internazionale e c’è la consapevolezza che gli USA potrebbero anche essere coinvolti in un’altra ondata recessiva, che già sembra essere preannunciata dalla bassa crescita e dalla stasi del mercato del lavoro.