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Manovra economica: sì del Senato, disordini davanti ai palazzi della politica

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Andrea Luigi Gaetani

La manovra economica è stata approvata dal Senato: 165 sì, 141 no e 3 astenuti. Passerà alla Camera, che conta di approvarla entro questo fine settimana. Il sì è arrivato sul voto di fiducia numero 49 del quarto governo di Berlusconi. Con le ultime correzioni, la manovra è arrivata alla cifra di 54,2 miliardi di euro, l’ultima novità dell’aumento di un punto dell’Iva porterà un gettito di 4,2 miliardi già l’anno prossimo. Tra le altre novità ci sono il contributo di solidarietà del 3% per i redditi oltre i 300mila euro e l’anticipo al 2014 dell’avvio graduale dell’aumento dell’età di pensionamento delle donne nel settore privato. Nonostante quanto dichiarato nei giorni scorsi, le norme contro i grandi evasori sono state morbide: niente sospensione della pena per chi evade più di 3 milioni di euro, ma solo se l’evaso equivale a più del 30% del fatturato. Pd ed Italia dei Valori hanno ribattezzato quest’ultima norma come “norma salva-premier”.

Anche la paventata riduzione delle indennità parlamentari è stata più morbida del previsto: “Ai parlamentari che svolgano qualsiasi attività lavorativa – si legge nel maxiemendamento – per la quale sia percepito un reddito uguale o superiore al 15% dell’indennità parlamentare, la riduzione dell’indennità si applica in misura del 20% per la parte eccedente i 90mila euro e fino a 150 mila euro, in misura del 40% per la parte eccedente i 150 mila euro”. La norma originaria, invece, prevedeva che l’indennità fosse “ridotta del 50% per i parlamentari che svolgano qualsiasi attività per la quale sia percepito un reddito uguale o superiore al 15% dell’indennità medesima”.

Le associazioni dei consumatori hanno già cominciato a fare dei calcoli: secondo il Codacons, l’aumento dell’Iva dal 20% al 21% porterà ad una spesa in più per le famiglie che potrebbe arrivare a circa 385 euro l’anno in più per le famiglie di 4 persone. Federconsumatori invece punta il dito sull’aumento del costo del carburante che, sommato agli aumenti del 2010, porterebbe ad un esborso di 470 euro in più all’anno per chi possiede un’autovettura.

La classe politica resta poco convinta della manovra che è stata approvata, anche il centro-destra ha dimostrato in questi giorni di non essere uniformemente d’accordo con l’operato di Tremonti. Federico Bricolo, della Lega, ha dichiarato riguardo alla manovra definita “lacrime e sangue”: “Oggi la Padania soffre per colpe non sue e non è piu in grado di reggere”. Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha invece parlato di “momenti amari” per l’Italia.

Dopo l’approvazione in Senato, il sit-in di Piazza Navona è esploso in una contestazione violenta. Si sono verificati lanci di bottiglie e fumogeni per sfondar eil cordone di sicurezza posto davanti all’ingresso del Palazzo. Facevano parte del sit-in membri di Usb e Cobas, movimenti di lotta per la casa, comitati ambientalisti e studenti di atenei in rivolta. La folla, dopo le contestazioni al Senato, si è spostata sotto Palazzo Grazioli, residenza del Premier, fino a raggiungere Montecitorio.

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Andrea Luigi Gaetani