Dimmi che auto hai, ti dirò chi sei! A dirlo sono proprio gli italiani. E’ quanto emerge da un’indagine-sondaggio del Centro Studi e Documentazione di Direct Line, secondo cui due italiani su tre (68%) si rispecchiano in alcune caratteristiche della propria auto.
Ad identificarsi di più con la propria auto sono i giovani: la fascia tra i 35 e i 44 anni afferma di riconoscersi in un’auto veloce e sportiva (19%), mentre il 18% del campione – soprattutto quelli tra i 25 e i 34 (65%) – hanno risposto di avere un’automobile molto disordinata, esattamente come loro, nella quale lasciano di tutto. La maggior parte delle donne tra i 18 e i 24 anni (20%) si riflette in una macchina originale e colorata, mentre gli uomini (17%) della stessa età si rispecchiano in una vettura elegante e ordinata, in linea con il proprio carattere.
Se invece la tua auto fosse un personaggio femminile famoso, chi sarebbe? Per il 31% degli italiani Luciana Littizzetto per via della sua simpatia e dinamicità. Invece, il 26% del campione ritiene la propria macchina casual come la bellissima attrice Giovanna Mezzogiorno. Il 19% degli intervistati, soprattutto donne tra i 18 e 24 anni, rivede nella propria auto lo stile elegante e cinematografico di un’icona come Marilyn Monroe, il 14% (soprattutto uomini) immagina nella propria auto la sensualità della celebre showgirl argentina Belen Rodriguez. Seguono poi l’essenzialità e il rigore di Hilary Clinton (6%) e la trasgressione di Lady Gaga (4%).
Ma questa è solo fantasia…
Il sondaggio non sfugge alla realtà di tutti i giorni e al problema numero uno degli automobilisti italiani: la pulizia dell’auto, per molti una vera e propria ossessione: il 55% degli italiani è molto attento alla cura e pulizia della propria automobile, il 42% cerca di tenerla il più possibile pulita, il 7% ritiene fondamentale la cura poiché, usandola per lavoro, diventa un biglietto da visita e addirittura il 6% dichiara di curarla in modo maniacale. Invece il 40% degli intervistati dichiara di accontentarsi di un’auto pulita nei limiti della decenza, senza esagerare, mentre solo il 6% sostiene di non occuparsene affatto.
