Benitez: «Il tempo mi ha dato ragione, ma all’Inter tornerei»

Rafa Benitez è tornato. No, non ha ancora una squadra da allenare, ma il tecnico spagnolo ha deciso di tornare a parlare in un’intervista, dove svela alcuni particolari dei suoi 6 mesi circa passati all’Inter.

Di certo i risultati ci sono stati, con le vittorie in Supercoppa Italiana e al Mondiale per Club, ma la sua gestione verrà ricordata da molti tifosi interisti per la serie infinita di infortuni capitati ai giocatori.
Ma Rafa precisa: «La maggior parte di loro aveva già avuto degli infortuni muscolari negli anni precedenti, ed hanno continuato ad averceli anche quando sono andato via».

E qui si apre un’altra parentesi, perché l’ex allenatore del Liverpool parla anche del mercato o meglio, del “non mercato” operato dalla società nerazzurra, con dei dettagli davvero interessanti.
«Mi hanno fatto tante promesse, ma non le hanno mantenute e non è arrivato nessuno dei giocatori che avevo chiesto, nonostante anche Moratti fosse preoccupato dopo che il Milan aveva preso Ibrahimovic e Robinho.»
Eccola qui, la frecciata. E quando gli vengono chiesti i nomi dei giocatori che avrebbe portato all’Inter lui non si nasconde, ed ammette di aver voluto i suoi pupilli ai tempi del Liverpool, Kuyt e Mascherano, oltre ad Evra del Manchester United. Ma non solo: nel mirino c’erano anche il talentuoso serbo Jovetic e Alexis Sanchez, che Benitez aveva chiesto già per gennaio, quando ancora il suo prezzo era molto inferiore rispetto ai 30 milioni pagati poi dal Barcellona in estate.

In ogni caso, Rafa è sicuro di avere ancora ragione: «I rinforzi servivano, quando sono andato via hanno portato subito 4 nuovi giocatori (Ranocchia, Kharja, Nagatomo e Pazzini) confermando che le mie osservazioni erano giuste».
Nonostante un pizzico di delusione però, lo spagnolo non nutre rancore verso l’Inter ed ammette che «se in futuro capitasse l’occasione, potrei anche tornare».

Non senza togliersi un ultimo sassolino dalla scarpa, rispondendo alle critiche di Materazzi che lo definì “un vigile che guida una Ferrari”.
Laconica la risposta: «Avrebbe dovuto dimostrarmi certe cose sul campo».

Gestione cookie