I venti di una possibile recessione che spirano negli Usa rischiano di intaccare anche la crescita, peraltro già debole, nell’Eurozona, ragion per cui tutto si può fare attualmente tranne che innalzare il costo del denaro. E così in data odierna, giovedì 8 settembre del 2011, peraltro in linea con le attese, la Banca centrale europea (Bce) ha lasciato invariati i tassi di interesse all’1,50% proprio a seguito dei timori legati alla sostenibilità di medio e di lungo termine del ciclo economico nell’Eurozona.
Jean-Claude Trichet, Presidente della Bce, che nelle prossime settimane lascerà il posto a Mario Draghi, attuale Governatore della Banca d’Italia, a margine della decisione del Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha nuovamente rivolto un appello agli Stati membri in materia di risanamento dei conti pubblici. In particolare, è stato chiesto di attuare integralmente ed in anticipo rispetto al previsto le misure di contenimento del deficit e di risanamento a livello fiscale.
E riguardo alla crescita nell’Eurozona la recentissima tempesta sui mercati ha di sicuro contribuito a far rivedere al ribasso le stime di crescita nel Vecchio Continente formulate proprio dagli economisti della Bce, i quali ora per l’anno in corso pronosticano un’espansione del Pil compresa tra l’1,4% e l’1,8% rispetto alla precedente stima di +1,5%-2,3. Jean-Claude Trichet si è anche soffermato sull’Italia, facendo capire come il rafforzamento in extremis della manovra bis 2011, con l’aumento dell’Iva, l’anticipo dell’aumento dell’età pensionabile delle donne nel privato, e con la reintroduzione del contributo di solidarietà, rappresenti la strada giusta da seguire.