Dopo il lunedì nero, non pare esserci alcun martedì salvifico per la borsa di Milano, che ieri aveva chiuso a -4,8%, in linea con l’andamento delle altre piazze del Vecchio Continente. In mattinata, Piazza Affari ha tentato un leggero rimbalzo, fallendolo. A metà della seduta mattutina, l’indice Ftse Mib perde oltre l’1%, mentre Parigi viaggia sul filo della parità e l’indice Dax di Francoforte segna un timido +0,2%.
E sul fronte monetario, le cose restano negative, con il differenziale di rendimento tra i BTp e i Bund tedeschi che è giunto a toccare i 380 punti base, per poi ripiegare verso uno spread di circa 372 bp. Possibile che vi sia in corso un intervento della BCE, che tuttavia potrebbe già essere sospeso in settimana. Tra due giorni, infatti, si riunisce il board di Francoforte, per decidere se continuare ad acquistare o meno titoli del debito italiani e uno stop al sostegno dei nostri bond è molto realistico.
I decennali italiani al momento rendono intorno al 5,56% contro un appena 1,83% dei Bund. Possibile che la manovra finanziaria venga irrobustita non tanto nei saldi, quanto nelle voci delle misure. Si parla di un possibile aumento dell’Iva, che potrebbe compensare altre misure, che da un punto di vista qualitativo rappresentano limiti notevoli alla credibilità del bilancio. Parliamo, ad esempio, del recupero di gettito dalla lotta all’evasione fiscale. L’Europa giudica irricevibile una tale norma in manovra, perchè non è realisticamente quantificabile. Si chiedono cioè voci e cifre certe.
Ma aldilà dello scenario italiano in sè, trema tutta l’Europa, perchè c’è grande attesa per quanto dirà la Corte Costituzionale tedesca sulla possibilità per la BCE di acquistare titoli di stato sul secondario. La sentenza dovrebbe essere pronunciata già domani e potremmo assistere a un nuovo Lehman Brothers europeo.