L’Italia è sotto osservazione da parte dell’agenzia di rating Moody’s, che dovrebbe concludere la sua analisi entro una decina di giorni, confermando l’attuale giudizio sul nostro debito a AA2, oppure declassando i nostri titoli. E’ quanto è stato comunicato dalla stessa agenzia. E sulla stessa linea parrebbe essere Standard & Poor’s, la quale già da maggio aveva messo i nostri conti pubblici sotto osservazione.
Sarà essenziale a questo punto che almeno uno dei due rami del Parlamento (il Senato) approvi entro pochissimi giorni la manovra finanziaria da 45,5 miliardi di euro per il biennio 2012 e 2013, che garantirebbe ai mercati la volontà formale di Roma di raggiungere l’obiettivo del pareggio di bilancio entro i prossimi due esercizi.
Ma nel mirino delle agenzie di rating c’è persino un titolo che non esiste, ma di cui si parla solo a livello politico e di stampa, ossia gli Eurobond. Si tratta di titoli del debito emessi a livello europeo, anche se rispecchiano le necessità di finanziamento dei governi nazionali. Secondo gli analisti di S&P, se tale debito fosse garantito per il 27% dalla Germania, per il 20% dalla Francia e per il 2% dalla Grecia, il rating che gli Eurobond si vedrebbero assegnato sarebbe quello dello stato col giudizio più basso, ossia il CC della Grecia.
Un’assurdità, che pone in evidenza come si dovrebbe mutare modalità di struttura di tale emissione, qualora fosse mai adottata. E’ ovvio, infatti, che stati come la Grecia non potrebbero formalmente apparire come garanti e la loro quota andrebbe suddivisa tra gli altri stati membri. Un’ulteriore complicazione su un capitolo già difficilmente praticabile.