Il presidente della Repubblica interviene in videoconferenza al Workshop Ambrosetti di Cernobbio, e striglia come suo costume abituale la politica e i politici. Il suo appello è per una celere approvazione di una manovra efficace, che abbia “chiarezza e certezza di intenti e di risultati”, con l’obiettivo di ridurre il pauroso debito pubblico che ci affligge. Napolitano assicura che si farà tutto quanto possibile per rimediare alla situazione attuale, anche per onorare gli impegni presi con l’Europa, ma precisa che l’Italia non agisce “in particolare obbedienza a imposizioni dall’esterno ma “per il suo stesso interesse” preoccupandosi delle future generazioni. Non manca qualche recriminazione, ricordando che il nostro paese ha sì fatto “scelte coraggiose” come l’adozione dell’euro ma ha purtroppo accumulato un colpevole ritardo proprio sulla questione del nodo “dell’indebitamento pubblico”, tematica che ora si fa sentire in tutta la sua drammaticità.
L’appello quindi va ancora una volta a maggioranza ed opposizione affinchè varino di comune accordo (più facile a dirsi che a farsi NDR) la manovra bis in Parlamento. Nonostante il provvedimento stia attraversando una “discussione travagliata”, il Presidente avverte che bisogna fare di tutto per chiudere l’esame parlamentare prima della scadenza di 60 giorni.
Al discorso di Giorgio Napolitano ha fatto eco quello del presidente della Bce Jean Claude Trichet, che rivolgendosi direttamente al Capo dello Stato ha affermato che “E’ essenziale che l’obiettivo di diminuzione del debito sia pienamente confermato e implementato”. Per l’alto funzionario è importantissimo il pareggio di bilancio nel 2013, obiettivo promesso dall’attuale governo, “assolutamente decisivo” per la “credibilità dell’Italia” e segnale della sua capacità di onorare i debiti. Trichet ha affermato che “Bce e sistema europeo sono un tutt’uno, insieme alla Banca d’Italia”, e queste entità considerano le misure annunciate il 5 agosto, come “estremamente importanti” per l’abbattimento del debito pubblico e la flessibilità dell’economia italiana.
Nel frattempo, da un altro fronte, il 44esimo Incontro nazionale di studi organizzato dalle Acli a Castel Gandolfo, andava in scena un siparietto tra il ministro dell’Economia Giulio Tremonti e dei partecipanti che rumoreggiavano in platea. Veniva esposto dai rappresentanti delle Acli di Arezzo un cartello con la scritta “Anche i ricchi paghino“, al quale Tremonti rispondeva divertito: “Sono d’accordo anche io“, raccogliendo applausi a scena aperta.
Altro stile ed altro clima rispetto alla contestazione di ieri al ministro del Welfare Maurizio Sacconi che, dopo un esagitato intervento contro i “maledetti, bastardi anni 70” che a suo dire hanno rovinato il quadro socioeconomico del paese, si beccava un sonoro “Fascista!” ed una pesante contestazione.