Giubbotto di cuoio, in sella a una Harley Davidson, in un raduno per motociclisti sul Mar Nero. E’ il Primo Ministro Vladimir Putin, che ha deciso di inaugurare così la molto probabile sua corsa trionfale alle elezioni per il rinnovo del Parlamento del 4 dicembre prossimo, seguite dalle presidenziali di marzo. Un Putin che ancora una volta cerca di parlare con la sua stessa immagine, trasmettendo al popolo russo forza, freschezza, durezza, inflessibilità e virilità. E con gli ottimi risultati in ambito economico, con la Russia in boom, trainata grazie anche ai giacimenti di petrolio e gas, Putin non sembra potere avere rivali. Eppure non è la prima volta nella storia che un capo di governo si faccia ritrarre in atteggiamenti muscolari e “fisici”, contrariamente alle convenzioni politiche non scritte.
Negli anni Venti, ad esempio, in Italia fu proprio un giovane presidente del consiglio Benito Mussolini a essere fotografato e ripreso mentre sfrecciava su una motocicletta o lanciandosi col paracadute o ancora a guidare un’auto o un elicottero, così come a trebbiare il grano a torso nudo. Anche allora quelle immagini servirono a trasmettere a un’Italia ancora troppo contadina un modello di virilità fresca e forte, vicina alla dimensione popolare, lontana dall’impotenza intellettuale che aveva governato il Paese negli anni precedenti. Per non parlare del fatto che il Duce fu il primo capo di governo italiano a non portare nè barba, nè baffi. I matusalemme del tempo si scandalizzarono, non comprendendo la rivoluzione che i nuovi mass-media avevano apportato tra le masse in termini di comunicazione.
La Russia del 2011 chiede una cosa che non molte personalità politiche all’estero hanno capito: polso fermo e guida sicura. I russi temono l’anarchia degli anni Novanta, quando crollato il comunismo, sotto la presidenza di un malato e incerto Eltsin, il Paebe piombò l’ex impero nel caos quasi assoluto. Putin ha ridato allo stato centrale l’autorevolezza, non disgiunta all’autoritarismo, ritenuti necessari per riportare la Casa Russia all’ordine. Ha imposto la sua legge con tutti i metodi possibili, anche i meno ortodossi, ma senza mai incedere e indietreggiare.
Ci si scandalizzerà che questo non abbia coinciso esattamente con una crescita della democrazia ed è vero. Ma i russi replicherebbero fin troppo facilmente che fu finta democrazia l’anarchia degli anni Novanta, quando un manipolo di ex burocrati del PCUS si impadronì delle ricchezze del Paese senza merito e senza un soldo ma semplicemente attraverso il collateralismo con il potere del Cremlino. Non pare che questo sia un liberal-capitalismo.
E così, motocicletta, giubbotto di cuoio, gare di karate e muscoli esibiti di per sè non faranno un capo di stato, nè di governo. Ma se, oltre a una forza fisica ostentata, c’è pure quella della mano ferma della politica, allora sì, siamo di fronte a un capo di stato carismatico. Piaccia o meno!