Giulia Bongiorno, avvocato penalista, parlamentare di Futuro e Libertà, presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, ma anche da poco madre di un bimbo di appena sette mesi, nato al Policlinico Gemelli. Sì, proprio la struttura da alcune settimane nell’occhio del ciclone a causa del contagio di Tbc che riguarderebbe già 80 neonati. In un drammatico sfogo al “Corriere della Sera” la Bongiorno si scaglia contro l’ospedale, parlando di menzogne e colpevoli minimizzazioni. Racconta di un parto andato “benissimo” ma anche della telefonata ricevuta in seguito dall’ospedale per rassicurarla dopo l’esplosione del caso, per dirle che non doveva preoccuparsi perchè suo figlio è nato a gennaio e non rientrava nel periodo a rischio.
Una ricostruzione contestata dalla Bongiorno: “Credo sia fuori discussione che l’infermiera era in servizio già da prima, tra i bambini del nido” ed ancora, un altro affondo: “Continuano a sostenere di fronte all’evidenza, che si tratta di un fatto irrilevante. Dicono: non sono malati. Ma nel referto c’è scritto: profilassi da fare. Non mi pare che parliamo di bambini sani” insiste la parlamentare.
Ma fortunatamente il figlio Ian è scampato al pericolo, non risulta affetto dalla malattia. Ma la deputata finiana non considera chiuso il capitolo, è in pena per le altre famiglie i cui figli sono risultati invece positivi alle analisi ed annuncia che sarà portatrice di una “class action”. Ma non sarà solo un’azione di risarcimento danni in sede civile, ma anche una vera e propria denuncia in sede penale, per stabilire come sono andate davvero le cose e di chi sono le responsabilità oggettive. Infine arriva un messaggio per la Governatrice del Lazio, Renata Polverini, criticata nei giorni scorsi per un eccesso di cautela: “Le suggerirei d’ora in poi di stare attenta prima di fidarsi di un qualsiasi esperto” conclude la Bongiorno. E proprio oggi la Regione Lazio ed il Codacons si vedranno di fronte al Tar del Lazio che ha accolto il ricorso urgente presentato dalla associazione dei consumatori sul caso del policlinico Gemelli. I vertici della Regione sono chiamati a rispondere alle contestazioni avanzate dal Codacons sulla composizione della Commissione speciale nominata dalla Polverini.
L’associazione chiede anche di chiarire chi esattamente stia effettuando i test sui bambini a rischio, mentre dall’interrogatorio dell’infermiera, in procura a Roma, giunge la notizia che era già risultata positiva all’infezione tra il 2004 e il 2005.