Pochi spunti nella mattinata di oggi sul fronte dei titoli pubblici. Rispetto alla seduta di ieri, c’è da registrare un lieve aumento del differenziale tra i nostri BTp a dieci anni e quelli tedeschi. Se ieri lo spread aveva oscillato tra i 292 e i 302 punti base, oggi si è sfondata nuovamente la barriera dei 300 bp, arrivando a 301. Di conseguenza, anche i rendimenti sui titoli a dieci anni ne hanno lievissimamente risentito al rialzo, passando dal 5,13% al 5,15%. Buona parte di questa impennata del differenziale degli ultimi giorni è dovuta al pienone di settembre sul fronte monetario, con l’Italia che deve fronteggiare scadenze di debiti per 60 miliardi di euro.
Tuttavia, che non si tratti di un’accresciuta sfiducia nel sistema Italia lo dimostra anche il calo dei rendimenti dei credit default swaps, titoli assicurativi contro il rischio bancarotta di uno stato. E sull’Italia, i tassi si attestano oggi a 365 punti base, in calo di 6 punti dalla seduta precedente. In sostanza, per assicurarsi contro il default dei titoli italiani, bisognerebbe pagare il 3,65% del valore dei titoli.
Anche per gli altri stati periferici si registra un calo dei tassi cds. Il Portogallo, ad esempio, passa a 925 bp, in calo di 36 centesimi, mentre in controtendenza resta la Grecia, che vede esplodere i rendimenti sui suoi titoli assicurativi a 2275 bp, in crescita di 28 punti base.
Il clima sui mercati resta, ad ogni modo, positivo. Gli operatori sono fiduciosi che la Federal Reserve possa immettere nuova liquidità sui mercati, vivacizzando l’azionario. Questo, dopo il discorso di Bernanke a Jackson Hole.