In Italia un’azienda, rispetto alla media europea, paga ogni anno ben 1.776 euro in più per la bolletta elettrica, che si traduce in un extra costo pari al 31,7% rispetto ai competitor del Vecchio Continente. A rilevarlo è stata la Confartigianato con un Rapporto sul caro-energia in Italia, che pesa sulle imprese come un macigno; a parità di consumi rispetto alle aziende europee, infatti, quelle italiane per la bolletta elettrica pagano ben 7,9 miliardi di euro annui in più, con Milano e la Regione Lombardia in cima alla classifica dei maggiori costi.
Dopo Milano, la Provincia più penalizzata è quella di Roma con a ruota Brescia, Torino e Bergamo a conferma di come sia il Nord, l’area più produttiva del nostro Paese, a pagare il conto più salato; e non a caso, a livello regionale, per i maggiori costi dopo la Lombardia c’è il Veneto, l’Emilia-Romagna ed il Piemonte.
In Italia le bollette della luce per le imprese sono salatissime anche e soprattutto a causa dell’alta pressione fiscale, che stando al Rapporto di Confartigianato incide per una quota pari a ben il 22,7% rispetto al prezzo finale. Di riflesso, l’Italia detiene anche da questo punto di vista il record negativo con una tassazione sull’energia che supera del 23% la media dei Paesi dell’Eurozona. Secondo Giorgio Guerrini, Presidente di Confartigianato, per abbassare in Italia i prezzi dell’energia a carico delle PMI servono riforme strutturali tali da aprire ad una vera concorrenza sia nel mercato dell’energia elettrica, sia in quello del gas naturale.