Il Fondo Monetario Internazionale vede fosco sulle prospettive di crescita dell’Eurozona e degli USA. Sia quest’anno che l’anno prossimo, le prospettive restano di un rallentamento del pil, rispetto alle previsioni precedenti, confermando la sensazione sui mercati che si vada se non verso una nuova recessione, almeno verso una fase di stagnazione economica.
La frenata per il biennio 2011-2012 è rispettivamente dello 0,1% e dello 0,3% in media per l’Eurozona, ma la Francia dovrebbe rallentare di circa lo 0,3% all’anno e la Germania dello 0,4% nel 2012. Anche per l’Italia si prevede un rallentamento nella crescita del pil, con effetti molto forti sull’anno prossimo. Infatti, se nel 2011 la crescita si potrebbe fermare a un timido 0,9%, contro la previsione dell’1,1%, nel 2012 il pil crescerebbe solo dello 0,7%, contro una previa stima dell’1,3%.
E la minore crescita dovrebbe realizzarsi anche dall’altra sponda dell’Atlantico, con gli USA che vedrebbero frenare la propria crescita lungo tutto il biennio. Un problema per la situazione dei conti dei singoli stati, che probabilmente avrà inciso sulla discussione ieri svoltasi ad Arcore tra il premier Berlusconi e l’alleato Bossi, che hanno evitato di aumentare la pressione fiscale, che avrebbero avuto effetti depressivi sull’economia.
La BCE, intanto, rivede al ribasso i rischi inflattivi, sebbene il quadro economico resti profondamente incerto e altamente variabile. Se per quest’anno, il tasso di crescita dei prezzi dovrebbe quasi certamente continuarsi ad attestare ben al di sopra della soglia del 2%, per l’anno prossimo si prevede una crescita compresa tra l’1,1% e il 2,3%. Un abbassamento del rischio inflattivo, nelle parole di Trichet, che lascia preludere alla possibilità di un arresto dell’aumento dei tassi, come già molti prevedono sui mercati.