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Professione Assassino – Recensione

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Selene Virdò

Se fate parte di una pericolosa organizzazione criminale, e avete bisogno di qualcuno che elimini in modo pulito e veloce, chiunque ostacoli la vostra scalata al potere, sappiate che esiste un solo uomo in grado di realizzare il vostro desiderio… Nel suo campo è un vero professionista che non ha paura di nessuno, nemmeno della morte che è costretto ad infliggere ad ignare vittime designate, e niente può distoglierlo dall’incarico assegnatogli, perciò attenti a pronunciare il suo nome, perché Arthur Bishop non ve lo ripeterà una seconda volta.

Remake dell’omonimo film del 1972, diretto da Michael Winner e interpretato dall’inossidabile e bravissimo Charles Bronson, “Professione Assassino“, titolo originale “The Mechanic“, è la storia di un killer su commissione, incarnato dall’esperto di arti marziali nonchè protagonista di pellicole cinematografiche piene d’azione, Jason Statham, abile nel camuffare sapientemente un omicidio in uno sfortunato e spiacevole incidente. Tutto cambia però, quando il tizio per il quale lavora, un certo Dean (Tony Goldwyn), lo obbliga ad uccidere il suo grande amico e mentore Harry McKenna (Donald Sutherland), considerato da Bishop come un padre.

Nonostante il forte legame che c’è fra i due, Bishop porta a termine la missione senza problemi, anche se da quel momento in poi la sua vita non sarà più la stessa. Infatti inizierà a nutrire forti sospetti, decisamente fondati, sul suo capo e sulla sua compagnia, aspirando soltanto a punire i responsabili della morte ingiusta di Harry. Nel suo nuovo vendicativo progetto, verrà aiutato da Steve McKenna (Ben Foster), il figlio di Harry, che chiederà ad Arthur di insegnargli tutti i segreti dell’assassinio perfetto, per trovare chi ha ucciso suo padre e fargliela pagare. Ma cosa succederà quando scoprirà la verità?

Professione Assassino” è un film diretto da Simon West, regista di “Con Air” (1997), “La figlia del generale” (1999), “Lara Croft: Tomb Raider” (2001) e di “Chiamata da uno sconosciuto” (2006), altro remake del thriller “Quando chiama uno sconosciuto” (1979) di Fred Walton, sceneggiato da Richard Wenk, autore dello script del poliziesco “Solo 2 ore” di Richard Donner, ben montato da T.G. Herrington e Todd E. Miller e magistralmente musicato da Mark Isham. Da menzionare inoltre, la fotografia di Eric Schmidt, estremamente curata nella scelta delle inquadrature, con la suggestiva ripresa del panorama della città di New Orleans.

Professione Assassino” è un concentrato esplosivo di inseguimenti, agguati e sparatorie, in cui s’inseriscono ottimamente alcune sequenze piuttosto movimentate come il gettarsi giù da un grattacielo, l’entrata in campo di un fuoristrada che sfonda la parte posteriore di un autobus, percorrendolo internamente in tutta la sua lunghezza, o il finale del film in cui viene fatto saltare in aria proprio di tutto, rendendo la scena davvero spettacolare. “Professione Assassino” è la riconferma evidente che Jason Statham è l’erede assoluto di Bruce Willis, eroe dell’action-movie targato anni ’80 e ’90.

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Selene Virdò