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Manovra lacrime e sangue solo per italiani, la casta resta intatta

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Giuseppe Timpone

Bisogna fare sacrifici. E’ finita l’era della cicala. Bisogna che stringiamo la cinghia. Basta con gli sprechi. Necessaria una manovra lacrime e sangue. Giusto chiedere sacrifici in un momento come questo.

Sono tutte espressioni che sentiamo da circa venti anni provenire dalla classe politica, che tenta di giustificare di volta in volta certe misure dolorose, ma necessarie. E’ successo anche con quest’ultima manovra, che facendo “grondare il cuore di sangue” al nostro premier Berlusconi, è arrivata a mettere le mani in tasca agli italiani. Ma se non fosse che non tutti, in Italia, fanno sacrifici, ce ne saremmo forse persino fatti una ragione. Invece, mentre si applicano aumenti all’Iva e contributi di solidarietà (allo stato), continuano come prima, meglio di prima, i privilegi di coloro che giustamente gli italiani ormai chiamano “casta”, i politici.

Lo sapevate, ad esempio, che l’ex ideologo di Potere Operaio e Autonomia Operaia, Toni Negri, riparato poi in Francia per sfuggire alla giustizia italiana (il movimento è al centro di episodi di violenza e di terrorismo di estrema sinistra), prende la bellezza di 3.108 euro al mese, per avere fatto il deputato tra le fila del Partito Radicale, nel 1983, per soli 64 giorni e entrando alla Camera soltanto 9 volte? E cosa dire del compagno Armando Cossutta, ex PCI e poi Rifondazione Comunista, che prende più di 9600 euro al mese, come vitalizio da parlamentare, più la pensione Inps, che percepisce dal 1980 e ha intascato anche una liquidazione da parlamentare da 345 mila euro? Alla faccia dei compagni lavoratori.

Franco Giordano, invece, che fu segretario di Rifondazione Comunista, tra il 2006 e il 2008, a soli 51 anni prende una pensione daparlamentare da 4277 euro al mese, per la sua attività in politica per 12 anni. E Oliviero Diliberto, ex PdCI, intasca ogni mese 5305 euro come ex parlamentare, più un assegno come ex professore universitario e nel 2008 ha ricevuto una liquidazione di 150 mila euro come parlamentare non rieletto.

Ora, precisiamo che non solo le personalità di cui sopra sono privilegiati della casta, ma tutti quanti, indifferentemente dal partito o dalla provenienza politica. Tuttavia, è un modo per riflettere sull’ipocrisia di una sinistra, che parla di patrimoniale e di lotta all’evasione, ma non si sente mai in dovere di mettersi le mani in tasca.

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Giuseppe Timpone