“Fiat continuerà a fare automobili, bisogna vedere se l’Italia vuole fare auto e se ci sono le condizioni per fabbricare auto come vuole fare la Fiat“.
Così John Elkann, Presidente della Fiat, dal palco del Meeting di Comunione e Liberazione di Rimini si toglie un sassolino dalla scarpa.
Incalza anche l’amministratore delegato, Sergio Marchionne: “La voglia di continuare a investire c’è, ma servono certezze perché la Fiat si fa finanziare dai mercati internazionali e per questo deve garantire gli interessi da pagare“. “Da multinazionale quale è, la Fiat – continua l’ad Fiat – vuole cercare di portare lavoro in questo Paese utilizzando la base operativa e le capacità professionali dell’Italia. Il Paese, se lo vuole fare, lo fa, sennò non si fa. Solo quando avremo la certezza di poter governare i posti in cui investire lo faremo». L’affondo è al Governo che replica con una nota per bocca del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi.
“Fiat ha avuto dall’Italia tutte le certezze che chiedeva per avviare gli investimenti del suo programma – precisa il ministro –Le hanno garantite la maggioranza riformista del sindacato, le lavoratrici e i lavoratori degli stabilimenti interessati, nonostante i cambiamenti richiesti nei tempi di lavoro e quindi di vita, le istituzioni in termini di politiche del lavoro e dell’innovazione. La stessa norma inserita in manovra relativa all’applicazione erga omnes degli accordi sottoscritti, è il segno evidente di un clima inequivoco di favore degli investimenti e dell’occupazione.
Ora le chiacchiere stanno a zero”. Ma l’affondo del Governo è anche un invito: “Il tempo degli interrogativi – ha commentato Sacconi – deve essere ora sostituito da quello delle decisioni“.