Bankitalia venda l’oro, vale già 110 miliardi di euro

Una politica schizzofrenica agli occhi del mondo. E’ così che dovrà sembrare l’Italia agli occhi del mondo, dato che il nostro Paese si sta aggrovigliando alla ricerca di soluzioni che possano evitare aumenti di tasse o tagli poco graditi dell’ammontare di qualche miliardo di euro, quando, in realtà, abbiamo in dotazione cifre considerevoli, che moltissimi partners in Occidente ci invidiano.

Con l’oro che ormai ha sforato la soglia dei 1900 dollari all’oncia, il sistema Italia è diventato molto più ricco e non lo sappiamo. Soltanto all’inizio dell’anno, le riserve auree della Banca d’Italia ammontavano a circa 83 miliardi di euro, ma oggi ne valgono già 110 miliardi e le prospettive sembrano davvero rosee, se è vero che con questi lustri di luna in borsa, l’oro sarebbe destinato anche a raggiungere quotazione fino ai 2400 dollari l’oncia.

La nostra Banca d’Italia possiede riserve in lingotti d’oro per 2500 tonnellate circa, pari a 79 milioni di once. Al momento, dunque, abbiamo in cassaforte quasi il 7% del pil. Pensate che in un solo colpo, se riuscissimo a vendere tutto l’oro, da qui alla fine del 2012, il nostro debito scenderebbe dal 119% al 112% del pil in un solo anno. E senza contare l’ulteriore abbassamento del rapporto, determinato dalla pur modesta crescita del pil, superiore in termini nominali alla crescita del debito prevista.

Scenderemmo da un indebitamento di 1900 miliardi di euro a meno di 1800 miliardi. Certo, trattandosi di misure una tantum, ciò non sarebbe sostitutivo di una politica di contenimento della spesa, ma aiuterebbe il risanamento, sotto due punti di vista: darebbe ai mercati un segnale di maggiore credibilità e determinazione nell’affrontare il risanamento, rendendo possibile anche un calo dei rendimento sui nostri titoli; determinerebbe una minore spesa per interessi, anche a parità di rendimento, che potremmo calcolare nell’ordine di almeno 4,5 miliardi all’anno, per via del minore debito. Non proprio noccioline, trattandosi dello o,2-0,3% del pil.

E l’oro in cassaforte non ci serve neanche più, essendo la BCE a stampare moneta.

 

 

Gestione cookie