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Spagna, incubo socialisti per successo dei Papa-boys

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Giuseppe Timpone

Mancano esattamente tre mesi alle prossime elezioni politiche spagnole, anticipate di quattro mesi dalla scadenza ufficiale a marzo della legislatura.

L’ultimo disperato tentativo dei socialisti dello Psoe di guadagnare qualcosina, quando i sondaggi assegnano al Partito Popolare di Mariano Rajoy un vantaggio di almeno dieci punti sul rivale Rubalcaba. Zapatero non si ripresenterà più, non cercherà inutilmente il terzo mandato, impopolarissimo. A Madrid è diventato un pò un appestato. Da quando è esplosa la crisi economica e sociale, che sta sfinendo il Paese, con tassi di disoccupazione al 21% e del 44% tra i giovani, nessuno vuole farsi vedere accanto a lui, nemmeno accostato idealmente a quello che è stato in questi sette anni e mezzo di governo un’icona della sinistra liberal europea. E sta proprio qui l’ultimo guaio del premier Zapatero. Venerdì scorso, c’era anche il premier spagnolo ad attendere all’aeroporto della capitale Papa Benedetto XVI. Lo ha poi incontrato di nuovo, sempre in via ufficiale, anche se non gli è stata a fianco in tutti e due gli incontri la moglie Sonsoles Espinosa. Un’assenza che ha fatto scalpore e l’ha incoronata regina dei “No-Papa”. C’erano, infatti, presenti la regina Sofia e la principessa Letizia, ma della moglie di Zapatero nemmeno l’ombra. L’ultimo sgarbo di un mondo laicista, che pare proprio stia lasciando il potere a Madrid, tra fischi e contestazioni di una Spagna in rivolta, delusa e indignata, a destra, come a sinistra.

Pare che il premier abbia chiesto al Pontefice di non parlare di politica. E il Santo Padre, che non avrebbe avuto motivo di accettare tale richiesta, lo ha accontentato. Ma i due milioni di giovani nella capitale, la scorsa domenica, accorsi da tutta la Spagna e oltre, per ascoltare la parola del Papa, sarebbero la dimostrazione che la parte moderata e cattolica del Paese sta rialzando la china, dopo non essere stata minimamente presa in considerazione in questi anni.

Il candidato premier dei Popolari Rajoy, incontrando il Pontefice, gli avrebbe promesso la cancellazione di alcune tra le leggi più controverse dell’era zapaterista: matrimoni gay, depenalizzazione dell’aborto, eutanasia, divorzio veloce. Mentre, viceversa, i perenni “indignados” criticano il premier, per la sua presunta svolta neo-papista.

L’ennesimo imbarazzo per i socialisti, che alimentatisi di propaganda anti-cattolica e anti-vaticana per quasi otto anni, ora non sanno cosa dire.

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Giuseppe Timpone