In apertura di contrattazioni, le borse europee hanno iniziato male la loro settimana borsistica con indici in rosso in avvio. Piazza Affari perdeva quasi l’1,5%, ma a distanza di pochi minuti è partito un rimbalzo, che almeno in mattinata sta avendo i suoi effetti. L’indice Ftse Mib segna intorno alle 10.30 un recupero sulla precedente seduta del 2,45%. E i listini di Milano sono al momento i migliori in Europa, dove c’è il recupero, ma in termini molto contenuti. Francoforte, ad esempio, si attesta su un rialzo dello 0,3-0,4%. Parigi e Londra si aggirano intorno all’1%.
Ma quanto sta accadendo è l’ennesima conferma della volatilità piuttosto alta delle borse. Pesano, a dire il vero, i timori su una possibile recessione negli USA, che avrebbe effetti negativi pure sul Vecchio Continente. A causa di questo sentimento, l’oro continua la sua inarrestabile corsa, con quotazioni che battono record su record. In queste ore, il metallo giallo si avvicina rapidamente verso la frontiera dei 1900 dollari all’oncia, attestandosi poco sotto, intorno ai 1893 dollari.
Motivo di tale crescita delle quotazioni sta nel suo essere individuato come bene rifugio, in una fase così magmatica e di difficile previsione sul futuro quale quella attuale.
E se l’oro corre, il petrolio scende. Il prezzo in Europa è sceso dell’1,2% all’inizio delle contrattazioni, portando il greggio a 81,44 dollari al barile. Non solo il rischio di recessione, ma pesa soprattutto la notizia sulla caduta ormai certa del regime di Gheddafi in Libia, che fare riaprire gli impianti di estrazione del greggio, aumentando l’offerta globale.