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Lega difende pensioni per attaccare alleanza PDL-UDC

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Giuseppe Timpone

Nel governo, ormai, molti credono a quello che si vocifera da giorni. Le pensioni non sono difese da Bossi e i suoi per fare gli interessi dell’elettorato nordista, ma per una ragione tattica di politica. E’ un’idea, che inizialmente circolava solo tra i gruppi parlamentari, ma che adesso prende vita tra le ipotesi che lo stesso premier Berlusconi avrebbe fatto ad Arcore, dove ha trascorso il fine settimana. Non si capirebbe altrimenti il motivo di tanta ostinazione, ribadita a ogni piè sospinto. Anche perchè la Lega chiede due cose poco conciliabili: difesa della previdenza, ma riduzione dei tagli ai comuni. E la manovra a saldi invariati può prevedere di ridurre i sacrifici per gli enti locali, solo aggredendo altre voci di spesa. E la previdenza è la parte più corposa. In questi giorni è lo stesso segretario del PDL, Angelino Alfano, a mediare con il Carroccio al fine di ottenere un’intesa, che renda più equilibrata la manovra, nella direzione di un intervento meno pesante sul lato delle entrate, magari abolendo il contributo di solidarietà per i redditi medio-alti.

Si tratta, in particolare, sulle pensioni di anzianità, attraverso la previsione possibile di un innalzamento della quota dall’attuale 97 a 100, il che porterebbe entro il 2015 tale canale di uscita dal lavoro quasi del tutto inutilizzabile. Infatti, per raggiungere cento, bisognerebbe avere almeno 35 anni di contributi e 65 anni di età o 36 di contributi e 64 anni di età. Di fatto, sarebbe quasi l’età richiesta per la pensione di vecchiaia.

Ma l’altra sera, il Senatùr ha perso le staffe (una delle tante volte, di questi tempi), mandando a quel Paese il leader dell’UDC, Pierferdinando Casini. Un’arrabbiatura, che lascia trapelare l’irritazione del Carroccio per i segnali di distensione tra il Popolo della Libertà e l’UDC, in vista delle prossime politiche. La Lega teme, infatti, che un’alleanza ritrovata tra PDL e UDC la metterebbe nell’angolo, privandolo del ruolo di protagonista assoluto di questi anni.

Certo, in questo ragionamento, c’è qualcosa che non convince. Se la Lega difende la previdenza per cercare di mettere in difficoltà il governo, anche facendolo cadere, ma allora perchè tale difesa strenua viene più da Bossi e Calderoli, mentre Maroni sarebbe più aperturista? Non era forse quest’ultimo ad essere indicato quale il Bruto della situazione? O forse, ciò significa che il ministro Tremonti sarà stato in grado di recuperare dalla sua pure il Senatùr.

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Giuseppe Timpone