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Alfano cerca l’aiuto di Bossi per l’affondo sulle pensioni

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Giuseppe Di Spirito

La posizione delle Lega sulle pensioni è il nodo politico “evidente” che Angelino Alfano, nella sua nuova veste di segretario del Pdl, cercherà di affrontare nelle prossime ore, possibilmente prima dell’arrivo della manovra finanziaria in commissione al Senato, previsto per martedì prossimo. In un’intervista a La Stampa, l’ex-ministro della giustizia parla di un “ultimo tentativo” per evitare addirittura una “crisi di governo”, tentativo molto banale in verità, che consiste semplicemente nel “dire alla Lega che è ragionevole che vivendo più a lungo si vada in pensione più tardi” ma assicurando che “i diritti acquisiti” di chi già è pensionato, non saranno toccati. A veder bene però, la furbizia c’è, si tenterà un vero è proprio baratto: verrà offerta una riduzione dei grossi tagli agli enti locali in cambio di un assenso al ritocco dell’età pensionabile.

Altra questione: l’aumento dell’Iva. A tal proposito il segretario del Pdl racconta di un “grande dibattito” interno tra chi sostiene che è una buona mossa e chi teme un impatto sui consumi, e commenta tutto ciò in modo alquanto bizzarro: “La manovra deve, ahinoi, essere un mix di tagli e tasse e l’Iva è una tassa. Bisognerà essere concreti e poco ideologici“.
Sarebbe davvero il caso di obiettare che tra le fila del Pdl (e non solo) l’ideologia sta da tempo disintegrando la concretezza, nel momento in cui l’enorme platea di cittadini da 1200 euro al mese deve sopportare chi piange lacrime di coccodrillo per l’equivalente di qualche pacchetto di sigarette richiesto ad una minoranza di redditi alti, ma tant’è…

E siccome a parlar del Diavolo spuntano le corna, ecco che arriva anche il commento sulla recente proposta di Luca di Montezemolo di tassare i capitali milionari: “Al Pdl le nuove tasse procurano l’orticaria e la patrimoniale è particolarmente odiosa perché incide su beni che già sono stati tassati. Il presidente Berlusconi difende il principio di tutela dei cittadini dalla vessazione fiscale. Una deroga al principio gliela sta imponendo solo la crisi”.
Indubbiamente toccante.

Basteranno questi “nobili” propositi a rabbonire Umberto Bossi? Certo è che il senatur è già di cattivo umore ultimamente, infuriato dalle “false” ricostruzioni dei giornalisti sul soggiorno a Calalzo di Cadore che lo dipingevano come un uomo in fuga vestito solo di una canotta. “Bisognerebbe dargli quattro legnate a questi bugiardi…delinquenti…cornuti” ha tuonato in un comizio ad Alzano Lombardo, tra gli applausi dei militanti.

E proprio sulle pensioni il leader leghista torna con fierezza durante il suo discorso, sostenendo di averle salvate mettendo in riga Berlusconi. E al dunque non fa mancare l’ennesimo improperio, stavolta contro Pierferdinando Casini, altro sostenitore della necessità di “graziare” quelli che chiama (forse impropriamente) il “ceto medio” ed intervenire invece sulle pensioni: “Nonostante quel che dice quello stronzo di Casini…” ha esternato Bossi, ricevendo a stretto giro la replica del leader Udc: “Ringrazio Bossi perché così è ancora più chiara la differenza tra noi”.
Speriamo che al di là delle definizioni sia presto chiaro anche ai cittadini da che parte sta “l’equità” che tutti, impropriamente, si attribuiscono.

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Giuseppe Di Spirito