Cresce la sfiducia dei mercati sul salvataggio della Grecia. Lo dimostra l’andamento disastroso dei bond ellenici, con i titoli triennali che sono arrivati a rendere ieri ben il 32%, un livello che ormai non fa che confermare i timori degli investitori sulla non sostenibilità del debito nel medio-lungo termine. E di pari tono è stata la reazione dei Cds, i titoli di copertura assicurativa contro il rischio bancarotta, che per la Grecia sono esplosi a 2555 per i due anni e a 1744 per i titoli a cinque anni.
Detto diversamente, se ci si vuole assicurare contro il rischio default di un titolo greco a due anni, bisognerà sborsare il 25,55% del suo valore nominale e il 17,44% nel caso di un titolo biennale.
Non giova in favore di una maggiore credibilità della solvibilità del debito greco l’iniziativa di Helsinki, che ha chiesto formalmente che la Grecia assicuri un collaterale, a sostegno degli 1,6 miliardi di euro, che è la quota che la Finlandia dovrà sborsare come prestito per Atene. A parte Germania e Francia, anche gli altri stati con la tripla A hanno chiesto il collaterale, cosa che nell’immediato potrebbe fare schizzare l’indebitamento ellenico.
Il collaterale sarebbe garantito sotto forma di acquisto di bond zero coupon con tripla A o di senior bond tripla A. Al di là dei calcoli, che dimostrerebbero come tali operazioni avrebbero un costo immediato sulle casse ateniensi, il fatto è che questa richiesta alimenta la sfiducia del mercato sulla tenuta del debito di Atene, rendendo ancora meno credibile il grottesco piano di salvataggio in favore della Grecia.