La Spagna è al centro del mondo cattolico in questi giorni. Ieri, l’arrivo di Papa Benedetto XVI a Madrid è stata un’occasione di incontro tra il Pontefice e la Casa Reale, con Re Juan Carlos che lo ha atteso all’aeroporto. Una scena un pò buffa, con il monarca aiutato a camminare dal Papa, a causa delle sue condizioni un pò malconcie. A poche decine di metri dalla scaletta dell’aereo c’era poi anche il premier uscente Luis Zapatero, artefice della svolta laicista della Spagna e che con la Chiesa Cattolica ha avuto tantissimi momenti di fortissimo scontro. Come non ricordare, tra l’altro, la legge sui matrimoni gay e la possibilità per gli omosessuali di adottare un bambino, cosa che ha scatenato la reazione del mondo cattolico spagnolo e della gerarchia vaticana. Ma ieri non c’è stato spazio per le polemiche, non a livello ufficiale. Il piano dello scontro, non solo verbale, si è invece avuto nelle piazze la sera precedente all’arrivo di Benedetto XVI. Ancora una volta, al centro delle violenze, che fortunatamente sono state prontamente interrotte, c’era il popolo degli indignados. Mentre, infatti, 500 mila giovani di tutto il pianeta si riversavano a Madrid per assistere alla Giornata Mondiale della Gioventù, gli indignati spagnoli criticavano apertamente la manifestazione, che considerano dispendiosa, specie in un periodo di austerity come questo.
Bivaccati a Puerta del Sol, piazza dove da mesi si tengono i loro sit-in, hanno tentato di raggiungere i giovani cattolici, procedendo a insulti e a tentativi di violenza nei loro confronti, subito interrotti dagli agenti di polizia.
La manifestazione non doveva tenersi, a detta degli indignados. Un’apparente contraddizione, rispetto ai proclami libertari di cui si fanno portavoce da mesi, dichiarandosi paladini della libertà e della democrazia. Ma non è la prima volta che essi siano al centro di episodi tristi di violenza. A qualche settimana dalle elezioni amministrative, in occasione della celebrazione dei nuovi parlamenti regionali e dei consigli comunali nelle grosse città, migliaia di indignados a Barcellona avevano scatenato una vera guerriglia, sfociata persino con strattonamenti ai danni di un politico sulla sedia a rotelle.
Coccolati un pò dalla stampa di sinistra, che vede in loro la possibilità di risalire la china della popolarità, il volto vero di questi giovani in protesta contro il sistema politico e istituzionale spagnolo non è per nulla rassicurante e unitario. Rappresentano solo una frangia estremista della sinistra anti-clericale, anti-monarchica e anti-capitalista. Dimostrano una scarsa inclinazione al dialogo e somigliano molto al popolo no global più radicale, già espressosi in varie occasioni e certamente non distintosi per comportamenti pacifici.