Non avendo gloria in patria, la cerca all’estero. Può essere spiegata così la campagna napoleonica di Nicolas Sarkozy, che i sondaggi ormai da molto, troppo tempo danno in declino di popolarità. Se poi si aggiunge che in piena visibilità internazionale, con l’incipiente guerra in Libia voluta proprio da lui, il suo Ump ha subito una debacle clamorosa alle amministrative di inizio aprile, si può ben capire quale sia il nervosismo che serpeggia tra le mura dell’Eliseo. E non avrà giovato di certo l’ultimo “coup de théatre”, l’incontro con la cancelliera Angela Merkel, che risoltosi in un nulla sconcertante e bocciatissimo dai mercati finanziari di tutta l’Europa, si è trasformato in un boomerang per le chances di Sarkozy di darsi una credibilità internazionale, finalizzata al mantenimento dei consensi interni. Si pensi che un recentissimo sondaggio ha evidenziato che i francesi si fidano di più della Merkel sulla crisi, che non si Monsieur Sarkò.
Un colpo durissimo, quando mancano ormai solo nove mesi alle prossime presidenziali, con i sondaggi sempre più dannatamente sfavorevoli. Ma Sarkozy ha dalla sua un dato: contro di lui gareggiano i socialisti, che in Francia come in Italia, si distinguono per autolesionismo e per liti da pollaio.
Il vero pericolo al primo turno, forse, gli verrà dalle spalle, da destra, con quella Marine Le Pen, che sembra avere il vento in poppa, grazie alla sua maggiore ricoscibilità come politico conservatore. A tentare di sfidare Sarkò ci penserà anche Ségolène Royal, che già ha cercato di batterlo cinque anni fa, riportando un buon 47% dei consensi al secondo turno. Ma la sua credibilità a sinistra è a terra. Oggi, sarebbero in pochi a seguirla, mentre più favorito sarebbe il suo ex marito François Hollande e Martine Aubry, quest’ultima segretario del Partito Socialista.
Royal, tuttavia, non dispera e intervistata si dice convinta di potercela fare alle primarie del 9 ottobre (eventuale ballotaggio il 16 ottobre, se nessun candidato otterrà la maggioranza assoluta), nonchè di infilzare Sarkozy alle presidenziali. Ma sono in pochi i socialisti a crederle ed è proprio quest’aspetto che la danneggia particolarmente. Insomma, i francesi non vorrebbero le minestre riscaldate, che tanto piacciono all’Italia.