L’era Alfano allarma il PD dei soliti “vecchi”

La proclamazione di Angelino Alfano a segretario del Popolo della Libertà è stata accolta con ironia dal Partito Democratico, che per bocca del suo leader Bersani lo ha definito “segretario di Berlusconi”. Ancora una volta la sinistra ha mostrato il linguaggio della derisione per tentare di sminuire la statura politica potenziale di un uomo giovane. Fanno sempre un gran parlare della necessità di avere giovani in politica, ma poi le facce nel PD sono le stesse da decenni e i quarantenni della destra vengono liquidati con battute da bar. Era successo anche con la storia delle donne e delle quote rosa, salvo poi mettere alla berlina qualsiasi ministro o parlamentare di sesso femminile nel centro-destra.

Ma adesso questo atteggiamento di spocchia e di arroganza inizia a preoccupare le nuove leve del PD, che ammettono informalmente tra i corridoi di Montecitorio che il PD sembra sempre più un partito di vecchi, specie quando ha preso il via, forse in sordina, l’era Alfano.

E in effetti, con Alfano sono cambiate molto cose, che solo chi non ha alcun reale spirito di osservazione non potrebbe notare. E’ finita l’epoca del partito sempre e solo di Berlusconi, con la figura di un segretario che giorno dopo giorno sta cercando di esercitare seriamente il proprio ruolo, ad iniziare dalle beghe locali di partito, che fino ad oggi non hanno trovato alcuna soluzione, dato che il premier è stato certamente più impegnato in faccende più serie di governo. E le divisioni più gravi si hanno proprio nella Sicilia di Alfano; un’occasione per rimettere mano al partito nell’isola, dilaniato da divisioni da pollaio e da uomini che hanno forse anche fatto il loro tempo.

Ma è un altro il tema che sta terrorizzando il PD: l’asse nascente tra il leader centrista Casini e il segretario Alfano. Quest’ultimo, infatti, non guarda all’oggi o al passato, ma la sua azione politica è finalizzata alla costruzione delle condizioni migliori, per vincere la difficile sfida del 2013. Per questo, gli servono i prossimi 18 mesi, per ricostituire l’alleanza con Casini e con i finiani, cosa che potrebbe determinare la rivincita del centro-destra, in una forma più allargata.

E l’alleanza con Casini passa attraverso anche Maroni, che ormai si da come prossimo e imminente leader della Lega. Il 2013 sarà, dunque, l’anno di Alfano-Maroni-Casini. I lavori sono già in corso. 

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