La discussione sull’emissione degli eurobond non avranno alcun ruolo nel vertice che domani si terrà tra il presidente francese Sarkozy e la cancelliera tedesca Merkel. Lo si apprende direttamente da fonti tedesche, che lasciano trapelare una certa contrarietà di Berlino all’idea di un debito gestito centralmente.
In realtà, malgrado tali affermazioni, è molto probabile che il tema venga affrontato tra i due, sebbene in modo non formale, per permettere alla Germania di non affrontare il problema nelle sedi europee. Tuttavia, la questione degli eurobond sarebbe già nell’agenda dei vertici europei a settembre e, anzi, la questione è stata sollevata lo scorso anno proprio dal presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, e dal ministro dell’economia Tremonti.
Ed è di Tremonti la dichiarazione di qualche giorno fa, secondo cui se ci fossero stati gli eurobond, tutto questo non sarebbe accaduto, riferendosi agli attacchi speculativi internazionali contro stati come Italia e Spagna.
L’idea degli eurobond consisterebbe nel fatto che il debito sarebbe emesso a livello centrale in Europa, con la garanzia della tripla A, con rendimenti, che sarebbero così la media ponderata di quelli attualmente vigenti per i singoli stati. Tuttavia, questo significherebbe un costo più basso, a carico di stati come Italia, Spagna, Grecia, Portogallo e Irlanda, mentre altri stati, come la Germania, dovrebbero così pagare un costo maggiore, godendo attualmente di rendimenti molto bassi.
Per questo, Berlino non è disposta ad accettare un simile meccanismo, anche temendo una maggiore indisciplina fiscale, essendo poi il debito emesso a livello sovrannazionale. A meno che non si riesca a raggiungere un compromesso, per cui gli stati più malmessi si facciano carico del maggior onere a carico degli stati più virtuosi. Sarebbe un’ipotesi conveniente a entrambi.