Cancellata l’informatizzazione del controllo dei rifiuti, insorge la Prestigiacomo

L’ennesima cattiva sorpresa tra le norme non pubblicizzate ma contenute nella manovra correttiva “ferragostana”: eliminato, ancor prima di partire, il “Sistri” (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti) portando via così un lavoro iniziato da anni per arrivare alla informatizzazione del comparto rifiuti, già iniziato dal precedente governo Prodi e raccolto dall’attuale ministro dell’Ambiente. Ed è proprio da Stefania Prestigiacomo che provengono dichiarazioni infuocate, che parlano addirittura di un “regalo alle ecomafie“. Una decisione “gravissima” che va a cancellare una iniziativa che nelle intenzioni avrebbe dovuto monitorare i rifiuti speciali, circa l’80% di tutti quelli prodotti in Italia. Il Ministro denuncia gravi ritardi, di anni, nel reperire i dati con gli attuali sistemi, ancora basati su carta e penna e ricorda che la tracciabilità dei rifiuti è un preciso dovere per tutti paesi comunitari.

Affermando che non risultano richieste formali di cancellazione del nuovo sistema da parte delle imprese, pur molto critiche al riguardo, la Prestigiacomo si appella ai colleghi del governo: “Buttare ora il bambino con l’acqua sporca è un colpo alla legalità e alla lotta alla criminalità. Mi appello al senso di responsabilità di tutti affinchè si possa correggere questo clamoroso autogol“.

Non si è fatta attendere una replica dalle “controparti” di questa vicenda, la Fai Conftrasporto, per bocca del presidente nazionale Paolo Uggè, rifiuta l’impostazione del Ministro: “Nessun regalo alle ecomafie… il sistema era farraginoso e complicatissimo da gestire per le piccole e medie imprese italiane e non sarebbe valso per quelle straniere, praticamente un invito per le ecomafie a rivolgersi oltre frontiera”. In ogni caso dai trasportatori viene rivolto un invito a sedersi ad un tavolo con i tecnici del ministero per concordare soluzioni più moderne ma anche “accettabili dalle imprese”.

Ma sulla stessa lunghezza d’onda del ministro dell’Ambiente, arriva una dichiarazione di un “terzo incomodo”, il procuratore nazionale Piero Grasso. Facendo riecheggiare a sua volta l’espressione “regalo alle ecomafie”, il noto magistrato, grande conoscitore del modus operandi della criminalità organizzata, ricorda come Legambiente abbia più volte segnalato che ben l’80 per cento dei rifiuti speciali “sparisce nel nulla” e si rammarica per la perdita di un “mezzo utile per registrare i movimenti dei rifiuti, previsto dalla legislazione comunitaria, che poteva evitare gli abusi del sistema cartaceo”.

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