La manovra appena varata dal Consiglio dei ministri non può che essere commentata per quello che è: un puro e semplice aumento delle tasse, di sinistra memoria. Se uno straniero la leggesse, senza conoscere il colore politico del governo, direbbe che essa sia frutto di una maggioranza socialista, perchè questo è il succo del discorso. Ancora una volta il ministro Tremonti ha imposto la sua linea contro il resto dell’esecutivo e della maggioranza che, vuoi per mancanza di coraggio, vuoi anche per la pigrizia di non buttarsi a lavorare su misure alternative, gli hanno lasciato ancora una volta campo libero. Spiace profondamente che il premier Berlusconi non abbia saputo o voluto fare da contraltare alla linea tremontiana, che ha già trasformato di fatto il centro-destra in una grossa area politica di tendenze stataliste e socialiste. Un duro colpo per quanti nel PDL si considerano di estrazione liberale.
Ieri il Ministro dei Beni Culturali, Giancarlo Galan, entrando al Consiglio dei ministri, si è sfogato davanti ai giornalisti, dicendo chiaro e tondo che se Tremonti avesse presentato una manovra fatta solo di tagli e tasse, senza che ci fosse nulla per la crescita, egli non l’avrebbe votata.
Eppure, dai resoconti della seduta, pare che la manovra sia stata votata all’unanimità, Galan compreso. E pare anche, ma è solo un’indiscrezione, che il premier abbia ripreso Galan, sostenendo che in questo momento bisogna essere tutti compatti. Sarà, ma il PDL si accinge a mettere la firma su un atto che lo consacra ad uscire dall’alveo delle forze di centro-destra e a svoltare culturalmente, con l’utilizzo di un linguaggio e di una legiferazione che non lo distinguono dalle sinistre agli occhi degli elettori. Ciò che sta andando in onda in queste settimane è la resa della maggioranza, dinnanzi alle proposte culturali di impronta socialista che vengono rappresentate dal ministro dell’economia.
Il segretario del PDL, Angelino Alfano, pare che se la sia presa molto con i cosiddetti “frondisti”, che avevano già messo in dubbio il loro voto alla manovra due giorni fa. Peccato, perchè se fosse vero, egli sarebbe corresponsabile di una virata a sinistra del partito che guida. Altro che PPE.