Che la Francia stia iniziando a subire gli attacchi speculativi ribassisti della finanza ce ne siamo accorti in questi giorni, con i titoli di stato di Parigi, che hanno subito un’impennata dei rendimenti sul secondario e con l’ondata sostenuta di vendite sui suoi titoli bancari, che sono arrivati a perdere anche oltre il 20% nella sola seduta di mercoledì.
Adesso, a conferma che la Francia inizia ad essere avvertita come più rischiosa, lo dimostra l’andamento dei suoi cds, i titoli di assicurazione dei bond contro il rischio default, che ci segnalano quanto rischioso viene considerato un titolo. Ebbene, i cds a 5 anni hanno raggiunto oggi il loro apice di 176 punti base. In sostanza, per assicurarsi dal rischio bancarotta su un milione di euro investiti in bond francesi, bisogna pagare 17.600 euro. Non siamo ancora a livelli allarmistici (i nostri cds hanno sfondato quota 400 bp), ma il trend non è incoraggiante.
L’ultima impennata sui rendimenti francesi è da mettere in relazione alla diffusione di voci, secondo cui la Cina avrebbe tagliato le linee di credito alle banche francesi, in quanto considerate poco sicure. Una miscela esplosiva, se combinata alle indiscrezioni (smentite) su un possibile declassamento del rating di Parigi.
Ma anche oggi, infatti, sono gli indici bancari francesi ad essere colpiti dalle vendite e arrivando a perdere a metà mattinata fino al 3%. Non è un caso che il presidente Sarkozy abbia fatto rientro precipitosamente dalle vacanze, per preparare il varo di una manovra di risanamento, al fine di abbassare l’attuale deficit al 7%, rientrando entro il 2013 nei parametri del patto di stabilità.