Francia e Germania e i due leader dimezzati

Nello spirito classico dell’autoflagellazione italica, in queste settimane ci dibattiamo tra noi se il governo italiano abbia o meno credibilità all’estero, se parte o tutta la crisi dei mercati non debba essere addebitata ai movimenti tellurici dentro l’esecutivo in questi mesi. Come se una crisi nata a Wall Street possa essere determinata dalle “buffonate” di casa nostra. Ad ogni modo, ciò che non vediamo, per miopia e per provincialismo, è che l’Europa brucia, perché coloro che in questi anni si sono eretti a guide taumaturgiche del Vecchio Continente sono leader dalla scarsa influenza mondiale, oltre che dalla mancanza di strategia nel lungo periodo e di visione delle cose. Stiamo parlando del presidente francese Nicolas Sarkozy e della cancelliera tedesca, Angela Merkel. In questi ultimi anni, si è detto, a ragione, che a guidare l’Eurozona, in particolare, ci fossero Germania e Francia. E così è stato, ma con gli effetti che vediamo. Sì, perchè per la prima volta dal secondo dopoguerra, l’Europa si ritrova senza statisti, senza gente dello spessore di un Helmut Kohl o di un Adenauer.

I Sarkozy e le Merkel di turno non hanno alcuna visione strategica sul futuro dell’Europa, nè in un senso, nè nell’altro. Navigano a vista, vivono alla giornata, stretti tra l’impopolarità all’interno dei rispettivi stati che governano e la difficoltà di esercitare una leadership riconosciuta tale all’estero.

Lo hanno dimostrato i fatti in Libia, con il capo dell’Eliseo che ha tentato la carta di una guerra, senza essere riuscito in quasi cinque mesi nè a sconfiggere il regime di Gheddafi, dando un senso all’operazione militare, nè a risollevare le proprie sorti politiche in patria. E cosa dire della Germania di Angela Merkel? Alterna una visione rigorista dell’Europa a un’azione di sostegno agli stati in bancarotta, ma senza alcuna prospettiva, tutto è lasciato a un vano mercanteggiare, che si risolve in atti, come il piano di aiuti alla Grecia deciso a luglio, che è un mezzo salvataggio e un mezzo fallimento. In effetti, rispecchiano l’animo di chi lo ha concepito, severo a metà.

L’anno prossimo Sarkozy rischia drammaticamente di non essere rieletto e le probabilità di farcela contro i socialisti sono davvero poche, stando ai sondaggi e alla popolarità scarsa di cui gode. La Merkel, nonostante gli ottimi risultati economici in Germania, non sa dove sbattere la testa, per risalire la china non solo dei sondaggi, bensì pure delle elezioni locali, perse ininterrottamente da due anni. Da questi, cosa dovremmo aspettarci?

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