Si allarga, e come le previsioni, il club degli stati sotto attacco dei mercati. Ieri maglia nera in Europa per le borse è stata Piazza Affari, che ha chiuso la seduta in crollo del 6,6%. Ma l’ondata di vendite è stata determinata dai timori degli investitori su un possibile declassamento della Francia, che potrebbe presto perdere la tripla A. In effetti, tra i Paesi che godono del giudizio massimo delle agenzie di rating, i francesi sarebbero tra coloro che se la passerebbero peggio. Per dirla in soldoni, sono pochi a credere che il rating AAA sui titoli francesi sia uguale e sicuro come quello che hanno i tedeschi. E allora ecco esplodere il panico, impietoso, che prende di mira soprattutto i titoli bancari transalpini, che perdono tra il 15 e il 21% in poche ore. La ragione è che si tratta di istituti che hanno molti titoli di stato francesi in pancia e che potrebbero perdere valore, nel caso che Parigi potesse subire il temuto “downgrade”. Nella realtà, si tratta dell’ennesimo attacco speculativo di chi si attende che i titoli francesi crollino, così da comprarli a prezzi stracciati.
E le aspettative autoalimentano il crollo stesso, che puntualmente ieri ha fatto calare la Borsa di Parigi di oltre il 5,5%, con la stessa Francoforte che ha chiuso in ribasso del 3,5%. Non è rimasto insensibile ai fatti Sarkozy, che oltre tutto deve fare i conti anche con il fatto che l’anno prossimo ci saranno le elezioni presidenziali e non potrà permettersi di trovarsi un Paese in stato di assedio sui mercati o declassata dalle agenzie di rating.
Il presidente, per ora, non fa ritorno a Parigi, ma solo per non dare l’impressione che sia in corso una svolta drammatica degli eventi, una mossa puramente pscicologica per rasserenare i mercati. Ma si dice che passi tutta la giornata (a casa dei suoceri), al telefono con il cancelliere tedesco Angela Merkel, con il presidente USA, Barack Obama e con il governatore BCE, Jean-Claude Trichet. Ieri, lo stesso Sarkozy ha annunciato che sarà varata il 24 agosto la manovra per i conti pubblici, che si preannuncia lacrime e sangue, come d’altronde un pò in tutta l’Eurozona.
A conti fatti, tuttavia, la situazione francese non dovrebbe allarmare. Come l’Italia, essa vanta una finanza privata solida, con un’alta propensione al risparmio delle famiglie e il suo debito pubblico si aggira sull’80% del pil. Malgrado un deficit al 7% quest’anno, difficilmente il rapporto debito/pil potrebbe salire o superare il 90% entro i prossimi due anni, dato che nel 2013 dovrà essere raggiunto l’obiettivo del Patto di Stabilità di un deficit sotto il 3%.