Una cosa è certa. Il pareggio di bilancio deve essere raggiunto senza se e senza ma nel 2013, in anticipo di un anno da quanto inizialmente previsto. Questo dato limita le possibilità di trattativa tra le parti, ma lascia in campo molte misure e varie ipotesi sulle modalità del suo raggiungimento.
Bisogna, infatti, verificare quale rapporto deficit/pil il governo voglia raggiungere già nel 2012. Si parla di un tendenziale 1%, ma sembra un’ipotesi eccessiva. E’ probabile che si attesterà intorno all’1,5%, quindi, rispetto alle ipotesi iniziali, si dovranno reperire circa 20 miliardi in più per l’anno prossimo, oltre ai 5,5 già previsti in manovra.
Per questo, si parla insistentemente di stretta su pensioni di reversibilità e invalidità, con controlli più serrati per i secondi e una differenziazione della pensione ai superstiti, sulla base del reddito complessivo goduto. Sulle altre ipotesi di intervento sul capitolo pensioni, non ci sarebbe nulla di concreto sul tavolo, anche in seguito all’altolà di Bossi.
Sin da subito, poi, sarebbe introdotta un’aliquota unica del 20% sulle rendite finanziarie, che comporterebbe uno sgravio sugli interessi in banca o alla posta, oggi tassati al 27%, ma un aggravio sui capital gain e le altre forme di guadagano finanziario, mentre i BoT continuerebbero ad essere tassati al 12,5%.
I sindacati sarebbero molto favorevoli (Uil, esclusa) all’introduzione di un’imposta patrimoniale, che starebbe facendo breccia nei cuori di parte della maggioranza. Un’ipotesi che il premier Berlusconi considera inaccettabile e non resta che sperare che almeno stavolta egli faccia prevalere il suo ruolo su quello del ministro dell’economia, perchè sarebbe un’operazione fiscale disastrosa.