Esattamente un anno fa avveniva la storica rottura tra il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, che avrebbe posto fine a un alleanza, che andava avanti da 17 anni. L’eco di quell’addio di Fini e i suoi al governo ebbe risonanza internazionale, con molti che pronosticavano la fine dell’esecutivo e del berlusconismo, avendo perso l’alleato storico. 365 giorni dopo, Silvio resta sempre in sella, certo non con un governo in ottima salute, ma non sta meglio il presidente della Camera, che dopo avere avuto un picco massimo di importanza politica tra il mese di novembre e quello di dicembre, in vista della sfiducia all’esecutivo, riuscendo a raggiungere la veneranda quota di 48 parlamentari (38 alla Camera e 10 al Senato), ha iniziato un veloce e inesorabile declino.
Esso sta nei numeri, con Fli che non ha i numeri per formare un gruppo al Senato e con una fuga incessante di deputati alla Camera.
Ma sta anche nella politica, perchè i suoi striminziti consensi sono apparsi tali in occasione delle elezioni amministrative, con cifre da prefisso telefonico, nonchè nella mancanza di prospettiva per una formazione, in cui albergano anime oltranziste alla Granata, disposte persino a rincorrere Nichi Vendola pur di giocare una partita antiberlusconiana, anime di stampo liberal alla Della Vedova o Moroni, che spostano la piattaforma programmatica del partito su posizioni progressiste e contrarie alla storia naturale di un gruppo politico che si considera di centrodestra, nonchè altre di tipo più moderato, un pò alla Baldassarri, che non hanno mai smesso di ricercare il consenso con il PDL e il governo.
Ma la crisi ha accelerato i tempi di quello che molti hanno già previsto essere un disgelo annunciato. E così, se dalle colonne dei giornali, il falco dei falchi, Italo Bocchino, ha annunciato uno stop alle polemiche con Berlusconi al fine di creare un clima di coesione, in questa fase difficile, dalle cronache del Transatlantico si racconta di un invito che i finiani avrebbero rivolto all’entourage del premier, affinchè incontri ufficialmente Fini, in qualità di presidente della Camera.
E lo stesso Berlusconi sarebbe interessato a tale ipotesi, che sebbene rientrerebbe formalmente in un incontro di tipo istituzionale, nei fatti preluderebbe a un via libera al dialogo, che tanti reputano necessario, sia in Fli che nel PDL, in vista delle politiche del 2013.