Fisco: aumento Iva, effetto depressivo sui consumi

Tensioni inflazionistiche unitamente ad un effetto depressivo sui consumi. E’ questo l’effetto negativo che si attende la Confcommercio qualora, nell’ambito dell’anticipo del pareggio di bilancio al 2013, in Italia si decidesse di aumentare l’imposta sul valore aggiunto (Iva). Di conseguenza, l’Associazione dei Commercianti in data odierna, martedì 9 agosto del 2011, ha reiterato la propria ferma contrarietà, mentre diversa è la posizione della Confcommercio, per voce del suo direttore generale, Francesco Rivolta, sui temi relativi al lavoro ed al welfare sui quali si deve proseguire nell’iter e nel processo di riforma.

In particolare, al fine di accrescere il valore del lavoro, ma anche per migliorare in Italia la competività delle imprese, secondo la Confcommercio occorre proseguire sulla strada degli sgravi fiscali e contributivi legati al salario di produttività.

Il tutto in vista di un nuovo incontro tra il Governo e le parti sociali in un mese di agosto, quello del 2011, che mai è stato così determinante per il futuro del nostro Paese dopo che siamo finiti nel vortice della speculazione sul debito sovrano, e dopo che ci si è accorti troppo tardi che, a fronte di una crescita del Pil italiano bassa oramai da un decennio, i mercati si sono presentati a chiederci il conto. Intanto i principali partiti di opposizione, oltre ad invocare come al solito un passo indietro da parte del Premier, stanno in queste ultime ore facendo pressing nel chiedere che vengano resi pubblici i contenuti di una vera o presunta lettera che la Bce avrebbe inviato al Governo di centrodestra.

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