Lo avevamo già analizzato nei giorni scorsi. La politica estiva ci ha riservato alcuni importanti spunti di novità, come anche lo scorso anno. E’ di un anno esatto, infatti, la rottura tra Berlusconi e Fini, con quest’ultimo che usciva dal Popolo della Libertà, che pure aveva co-fondato, per creare un gruppo autonomo alla Camera e poi al Senato, ciò che si sarebbe chiamato Futuro e Libertà. Un anno di invettive e liti profonde tra PDL e Fli, la quale, intanto, abbandonava governo e maggioranza, ma senza centrare l’obiettivo della caduta di Re Silvio. Ancora, fino al dibattito della settimana scorsa sulla crisi, Fli aveva richiesto con Bocchino le dimissioni del governo e invitato a un esecutivo dalle larghe intese, confermando a mezzo stampa, persino tramite la persona del presidente della Camera (mai visto prima, in Italia) la richiesta alla Lega di disarcionare il premier per affidare il governo nelle mani di un suo uomo, tipo Maroni.
Ma l’unico risultato che i finiani hanno ottenuto con questo atteggiamento è stato una totale mancanza di considerazione nei loro confronti dentro la maggioranza e la divaricazione delle posizioni con l’altro protagonista del famigerato quanto inesistente Terzo Polo, Casini.
L’UDC, infatti, ha svoltato, rispetto alla campagna di richiesta di dimissioni del premier. Preso atto che Berlusconi non molla e ha salda la sua maggioranza, Casini è tornato ad auspicare un dialogo con il governo, in nome dell’emergenza nazionale, per fronteggiare i colpi della speculazione sui mercati. Il ragionamento è semplice, quanto efficace come messaggio: stiamo all’opposizione, ma saremmo irresponsabili se non appoggiassimo il governo nel suo tentativo di combattere la crisi internazionale. Spiazzati, i finiani hanno preferito il basso profilo, in queste calde giornate di inizio agosto. Dopo la conferenza stampa del premier di quattro giorni fa, sibillina era stata la dichiarazione di Bocchino, falco di Fli, che affermava di intravedere nelle parole di Berlusconi senso di responsabilità.
Ieri è stato lo stesso Bocchino (leggasi, Fini) che, intervistato, ha sostenuto la necessità di recuperare il dialogo con Berlusconi, smettendola di litigare, perchè non sarebbe positivo in questa fase. Ovviamente il falco dei finiani esclude un pentimento per la scelta di uscire dalla maggioranza a dicembre. Parole che confermano la sensazione che attorno al governo si stia creando una zona-cuscinetto, in grado di ammortizzare lo scontro tra il governo e il resto delle opposizioni (PD, Idv).