L’aria a Washington si è fatta pesante. Mai come in questi tempi, gli USA sono stati oggetto di critiche a livello internazionale, per l’instabilità che essi apportano all’economia mondiale. Mai l’immagine americana ne era uscita così appannata, così priva di credibilità internazionale. E all’interno dei confini nazionali, le cose non vanno meglio, dato che gli indicatori sulla fiducia dei consumatori dicono che essa si attesterebbe ai minimi dal secondo dopoguerra. Un clima di pessimismo e di impazienza, che trascina Obama, giorno dopo giorno, verso il baratro dell’impopolarità. Ma per capire quali possano essere le conseguenze di quanto sta accadendo in queste settimane di pazza estate americana, è necessario ricordare che l’attuale presidente giunse nel 2008 alla Casa Bianca a furor di popolo, perchè avrebbe dovuto ridare fiducia e speranza agli americani, nonchè riallacciare i rapporti con il resto del mondo, pregiudicati dall’unilateralismo della politica bushiana.
A due anni e mezzo dal suo insediamento a Washington, non c’è nemmeno un punto che Obama possa dire sia stato centrato dalla sua amministrazione, in termini di obiettivi.
Anzi, ancora più grave, sembra che alcuni dei problemi che già si intravedevano tre anni fa, si siano così deteriorati, da ritenere per molti americani che forse Obama non sia stata la scelta azzeccata, mostrando i limiti della sua azione politica, nonchè personali. In poche parole, dallo “Yes, we can”, non si è fatta alcuna strada. I Repubblicani sono ovviamente all’attacco, additando ad Obama la situazione catastrofica in cui si è incagliata l’America. La sfidante dei Tea Party, in lizza per le primarie, Michele Bachmann, ha invitato il Segretario al Tesoro, Timothy Geithner, a dimettersi, cosa che probabilmente accadrà, ma per volere del presidente.
Tutti i sondaggisti denunciano un’immagine molto appannata di Obama, con un calo di fiducia tra gli elettori moderati, quelli determinanti alle presidenziali. Uno dei più importanti politologi americani, Douglas Hibbs, al Washington Post ha affermato che se dovesse scommettere qualche soldo, lo scommetterebbe sulla sconfitta di Obama l’anno prossimo.
Persino tra i dirigenti del Partito Democratico, molti ritengono che la campagna elettorale sia ormai nelle mani dei Repubblicani. Se riuscissero a trovare il candidato giusto, Obama sarebbe spacciato. E molti sondaggi indicano che a batterlo potrebbe essere Newt Romney.