La conferenza stampa, convocata in fretta e furia ieri dal premier su richiesta pressante dell’Unione Europea e della BCE, ha avuto la necessità di lanciare un messaggio di rigore ai mercati, con la proposizione di alcuni punti immediati nell’agenda di governo e Parlamento finalizzati a risanare più velocemente i conti pubblici e a stimolare la crescita. Il premier Silvio Berlusconi ieri sera ha presentato i quattro punti, ribattezzati “pilastri” dal ministro dell’economia Tremonti, che saranno al centro dell’azione del governo nei prossimi giorni, prevedendo anche il richiamo dei parlamentari dalle ferie già da lunedì, al fine di mettere mano a tali punti.
Il primo, forse il più dirompente in termini di effetto annuncio, è l’anticipo del pareggio di bilancio al 2013 dal 2014.
Quindi, tra due anni il rapporto deficit/pil dovrà essere zero o vicino allo zero. Per fare ciò, sarà necessario anticipare alcuni capitoli della manovra, che graveranno di più sul biennio 2012-2013 anzichè sul 2013-2014, come è stato fino ad ora previsto. Un messaggio chiaro ai mercati, che hanno sempre temuto che lo spostamento della parte più grossa (quasi il 90%) del risanamento fiscale al 2013-’14 sarebbe stato compromesso dalle elezioni politiche previste nel 2013, con l’incognita di quale possa essere il nuovo governo.
Secondo punto: il pareggio di bilancio non sarà più lasciato “al buon cuore” del legislatore, ma diventerà un obbligo introdotto in Costituzione. Per questo, le commissioni affari istituzionali di Camera e Senato sono già state richiamate al lavoro per lunedì, facendo sfumare le vacanze dei parlamentari.
Terzo punto: sarà riformato l’art.41 della Costituzione, prevedendo che sarà libero in economia tutto quanto non sia vietato. E’ ciò che il premier chiama la madre di tutte le liberalizzazioni, le quali saranno anche perseguite per via legislativa ordinaria.
Quarto punto: delega assistenziale e riforma fiscale. Anticipati i tempi di approvazione della delega assistenziale, andando a razionalizzare tutte le forme di welfare, mirando a concentrarle su chi ne abbia effettivamente bisogno. Grazie a ciò saranno evitati i tagli alle agevolazioni fiscali, previste per il biennio 2013 e 2014, così come, a saldi invariati, sarà finanziata la riforma fiscale. La logica sarebbe di spostare gli aiuti su famiglie e giovani.