Patto per la crescita entro settembre, parola del premier

Entro settembre si dovrà giungere a un patto condiviso per la crescita. E’ l’obiettivo che il premier Silvio Berlusconi ha indicato alle parti ieri, durante l’incontro con Confindustria e sindacati, il cui clima è stato insolitamente molto cordiale e privo delle consuete asperità. Sono tante le proposte sul tavolo e molte delle quali hanno trovato l’accordo unanime delle parti, come l’ipotesi di una riforma fiscale, che sgravi il reddito da lavoro e dell’impresa. Altri punti, come le privatizzazioni e le liberalizzazioni, invece, confermano da Confindustria, non avrebbero il placet di tutti. Tra i punti oggetto della trattativa, per rilanciare crescita e occupazione si è discusso dell‘ammodernamento delle relazioni industriali, che potrebbe passare per un rafforzamento del livello contrattuale aziendale e per la creazione di enti bilaterali, per la risoluzione delle controversie.

Il premier ha poi parlato della possibilità di introdurre in Costituzione l’obbligo del pareggio di bilancio, che spiega, se fosse stato previsto negli anni Ottanta, oggi non saremmo in queste condizioni. Ovviamente, c’è poi l’ipotesi di un taglio ancora più deciso sui costi della politica. Tuttavia, in conferenza stampa, Berlusconi ha anche invitato gli italiani a non abboccare all’immagine che i media danno dell’Italia, perchè il nostro Paese è in condizioni migliori di quanto venga dipinto.

E riferendosi ai mercati e alle loro reazioni irrazionali di questi giorni, il premier li ha paragonati a un orologio, che dà l’ora esatta una o due volte al giorno, ma per il resto della giornata sbaglia. Una metafora che indica come il clima tra gli investitori sia irrazionale e poco riconducibile ai fondamentali, che nonostante l’alto indebitamento accumulato in passato, in Italia restano abbastanza buoni. Adesso, sfruttando anche il clima di consapevolezza delle parti, il premier si pone l’obiettivo di giungere a un patto in otto punti, entro un mese, non escludendo che i lavori possano proseguire ininterrottamente, nel mese di agosto. Certo, spiega anche il ministro dell’economia, che il pil non si fa a colpi di decreto. Un modo per ribadire che non si risolveranno i problemi con una legge anche buona votata in Parlamento.

Di certo, ora Berlusconi dovrebbe concentrarsi sulla riforma fiscale, che potrebbe rappresentare il punto di svolta del suo governo e ridare fiato all’economia, con un alleggerimento sostanzioso del carico fiscale su famiglie e imprese.

 

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