Dati contrastanti da USA e Germania su economia reale

Sono stati da poco diffusi i dati sulla disoccupazione negli USA, per il mese di luglio, che mai come oggi erano forse tanto attesi. I dati dimostrano un leggero calo del numero dei senza lavoro a luglio, rispetto a giugno, passando dal 9,2% al 9,1% della forza lavoro. Complessivamente, sono stati creati 117 mila nuovi posti di lavoro. E’ andata meglio delle previsioni, che si attendevano un tasso di disoccupazione stabile al 9,2% e solo 75 mila nuovi posti di lavoro creati.

Certo, il mercato del lavoro resta debole, ma è possibile che queste cifre possano oggi rinvigorire Wall Street, sulla cui seduta di oggi i futures sono negativi.

Ma per un dato meno negativo del previsto, c’è n’è un altro negativo e a sorpresa. Riguarda la Germania, considerata la locomotiva europea, la cui produzione industriale a giugno è risultata in calo dell’1,1% sul mese precedente, sebbene si confermi positiva in termini annui, del 6,7%. Il dato è peggiore delle attese degli analisti, i quali si attendevano una produzione invariata su base congiunturale.

Il dato tedesco confermerebbe la brusca decelerazione della crescita in atto in tutta l’Eurozona e non è per nulla una buona notizia per i mercati, che dubitano proprio della sostenibilità del debito dell’area, a causa di una crescita troppo lenta del pil.

L’altro dato sulla crescita riguarda l’Italia, che segna un incremento del pil dello 0,3% nel secondo trimestre, in termini congiunturali (trimestre/trimestre) e dello 0,8% su base annua (trimestre 2011/trimestre 2010). La crescita così acquisita per il primo semestre dell’anno è dello 0,7% (se nei prossimi due trimestri, il pil dovesse segnare una varazione nulla sul trimestre precedente).

 

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