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Ora governo è più solido, Silvio usi bene questi giorni

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Giuseppe Timpone

Il discorso pronunciato ieri dal premier Berlusconi alle Camere ha avuto l’effetto immediato di dare maggiore coesione al governo. Per essere più precisi, parole di così forte fedeltà all’alleanza da parte della Lega Nord non si sentivano da parecchi mesi e, con un pizzico di sorpresa, sono state pronunciate in modo forte e convinto da parte del capogruppo Marco Reguzzoni, ma con il placet dello stesso Maroni, il ministro “irrequieto” del Carroccio. E’ stato spento sul nascere il tentativo da parte dei centristi e del PD di flirtare con parte della maggioranza, per costituire un governo tecnico o di solidarietà nazionale. Su questo punto, sono stati chiarissimi sia i leghisti che il segretario del PDL, Angelino Alfano, che i giornali della grande stampa avevano lusingato in queste giornate calde tra luglio e agosto, cercando di convincerlo dell’opportunità di abbandonare il suo mentore (Berlusconi) e di seguire le sirene della sinistra.

Reguzzoni è stato chiaro: non seguiremo alcun tentativo di formare un governo tecnico. Il premier è solo Berlusconi.

Ancora più esplicito Alfano, che chiarisce che i governi tecnici sono quelli che mettono le mani in tasca ai cittadini e poi non si presentano agli elettori, di fatto rifuggendo dalle loro responsabilità. Tirando le somme, includendo anche l’apertura di Casini, al premier non poteva andare meglio. Ha compattato a sè l’alleanza di governo e diviso le opposizioni. Inutile ribadire le posizioni di Idv (scontate) e Fli (politicamente insignificante). Ma cosa fare di questo credito che Silvio ha ottenuto dal Parlamento? Già domani c’è l’incontro con le parti sociali. Ciò che deve evitare è che tale meeting si trasformi in una rituale tavola rotonda, in cui ognuno propone le proprie bizzarrie per uscire dalla crisi. Oltre tutto, dai sindacati delle baby pensioni e dalla Confindustria dell’impresa assistita non potrebbe sortire nulla di veramente buono per l’Italia.

Sarebbe opportuno che, come già si vocifera, il premier si presentasse con una proposta concreta di riforma fiscale, che porti da qui alla fine della legislatura a un abbassamento forte delle aliquote su lavoro e impresa, oltre a misure immediate di liberalizzazione di ogni settore dell’economia. Un effetto benefico sui conti pubblici lo avrebbero poi le privatizzazioni di aziende o fette di aziende dello stato. Qui, c’è un mare dal quale attingere.

 

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Giuseppe Timpone