Giappone allenta politica monetaria contro super-yen

Ieri, la Schweizerische National-Bank, la banca centrale svizzera, aveva colto gli operatori di sorpresa, annunciando un abbassamento del range dei tassi, che passano dal precedente 0-0,75% all’attuale 0-0,25%, al fine di contenere la corsa del franco svizzero, che avrebbe compromesso la crescita dell’economia elvetica, secondo i banchieri di Berna. Oggi, una decisione molto simile giunge da Tokyo, dove il board della Bank of Japan ha deciso di lasciare invariati i tassi, che restano pertanto nel range dello 0-0,1%, ma al contempo ha deciso di allentare la politica monetaria, acconsentendo a un innalzamento del tetto massimo per il finanziamento degli asset da 40 a 50 mila miliardi di yen (da 360 miliardi a 450 miliardi di euro).

La decisione si sarebbe resa necessaria, secondo fonti centrali, per l’eccessivo rafforzamento della valuta nipponica, che negli ultimi giorni era arrivata ai massimi contro il dollaro, da 65 anni, portandosi a quota 77 e segnando 110,45 contro il dollaro. L’azione della BoJ ha avuto l’effetto immediato di far deprezzare lo yen, passato in zona 79 contro il dollaro e 113 contro l’euro.

Secondo i banchieri di Tokyo, l’eccessivo rafforzamento dello yen avrebbe comportato problemi per le esportazioni, che ne sarebbero risultate danneggiate, aggravando la già difficile fase della ripresa post-tsunami.

Le decisioni di Berna e Tokyo potrebbero avere ripercussioni su altre due importanti riunioni, che si terranno oggi: quella della Bank of England e della BCE. Malgrado gli analisti non si aspettino variazioni, potrebbero esserci novità sul fronte della politica sui tassi futuri. A questo punto, è molto probabile che la palla sul da farsi, in termini di prospettiva di politica monetaria, passi al prossimo governatore BCE, l’italiano Mario Draghi, che assumerà la carica a partire dall’1 novembre prossimo.

 

 

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