Bersani sbraita contro Silvio, ma Casini apre e forse inizia dialogo col governo

La giornata politica di ieri ha sottolineato tre dati fondamentali, che in parte erano attesi, per altri versi no. Il primo è che l’alleanza tra PDL e Lega non è stata minimamente stata messa in discussione da alcun esponente del Carroccio. Non solo il filo-berlusconiano Marco Reguzzoni, da capogruppo dei leghisti alla Camera, ha rimarcato la fedeltà al governo e al premier Berlusconi, ma anche la stessa ala maroniana si è pronunciata in tal senso, persino “fisicamente”, mostrandosi vicina alla persona del premier. E non era un dato scontato. Secondo punto: il PD non ha raccolto l’invito del premier Berlusconi al dialogo e chiede con Bersani il voto anticipato, scegliendo la strada dello scontro e delle barricate. Se può da un certo punto di vista sembrare scontato, dall’altro, invece, questo gridare ai quattro venti che Berlusconi debba dimettersi è una dimostrazione di debolezza della segreteria di Bersani, che tenta di nascondere il fango che sta emergendo in questi giorni a Sesto, con indagini che coinvolgono Penati, suo ex braccio destro, ma che starebbero arrivando a delineare un sistema illecito di finanziamento agli ex DS, persino a livello centrale, coinvolgendo l’attuale segreteria del PD.

Ma la verà novità è rappresentata dal terzo punto, per nulla scontato, sulla base dei toni degli ultimi giorni. Casini apre al governo e propone una tregua tra i partiti. Attenzione: questa posizione dei centristi non è nuova nel merito, ma lo è nel metodo.

Pur ribadendo il leader dell’UDC la sua preferenza per un governo che potrebbe nascere dalla volontà dei partiti e delle personalità più responsabili di entrambi gli schieramenti, Casini non chiede le dimissioni di Berlusconi, ma propone un patto di non belligeranza con le opposizioni. Patto, che lo stesso premier, pochi minuti prima col suo discorso aveva lanciato. Cosa potrebbe significare questa svolta di Casini? Beh, anzitutto, che egli ha mollato i toni isterici del PD. Lo dice egli stesso chiaramente, quando invita le opposizioni ad abbandonare la litanìa delle dimissioni del governo, invitando al senso di responsabilità. A dirla tutta, questa sarebbe l’occasione che i centristi cercano da tre anni, cioè dall’inizio della legislatura, per giustificare un loro sostegno al governo, in una qualche forma.

Quale migliore occasione per Casini di dimostrarsi un responsabile, in nome del bene dell’Italia, salvandola dall’instabilità e soccorrendo Berlusconi, in una fase di forti turbolenze dei mercati? E’ escluso che ci possa essere un ingresso diretto nel governo, per il semplice fatto che il premier non potrebbe permettersi un ennesimo rimpastino, ma vedrete che qualcosa accadrà.

 

 

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