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Scandalo Penati (PD), alcuni miliardi erano per i DS a Roma

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Giuseppe Timpone

Si aggravano le accuse contro l’ex presidente della provincia di Milano e già sindaco di Sesto San Giovanni (MI), Filippo Penati, uomo forte del Partito Democratico e prima ancora degli ex DS al nord. Le ricostruzioni dei vari testimoni evidenziano quello che da giorni i giornali chiamano il “sistema Sesto”, ossia di una logica politico-affaristica, che alimentava le casse della sinistra e dei suoi amministratori di un fiume ingente di denaro. Ma le ultime novità sono davvero clamorose e molto gravi per i vertici nazionali del PD, in quanto si confermano i sospetti che qualcuno tra i giornali ha avanzato da tempo: il denaro non si fermava a Sesto, ma in parte era destinato a viaggiare verso Roma, per alimentare le casse centrali degli allora Democratici di Sinistra, ancora sotto la guida di Walter Veltroni.

A rinvigorire le accuse contro Penati e il suo PD non è un uomo certamente ostile agli ambienti della sinistra, ma un tale Diego Cotti, che fu proprio candidato in una lista a sostegno di Penati, dal nome inconfutabile “Sesto per Penati”.

Diego Cotti è un imprenditore, ex genero di Giuseppe Pasini, altro grande accusatore di queste giornate calde dell’estate milanese della sinistra. Cotti parla di un incontro che ebbe nell’estate del 2000 con il braccio destro di Filippo Penati, allora sindaco di Sesto, sull’acquisto dell’area ex Falck, Giordano Vimercati. Questi gli chiarì quale fosse il sistema per acquisire l’area e gli spiegò cosa avrebbe dovuto fare. Vimercati disse a Cotti che l’area ex Falck la poteva comprare solo chi dicevano loro (l’amministrazione Penati), perchè rientrava all’interno di un progetto più vasto di controllo del territorio. Poteva comprare, ad esempio, quei terreni Pasini, che si era dimostrato un imprenditore serio e sotto il controllo dell’amministrazione e se non voleva perdere tempo, bisognava pagare 20 miliardi di lire.

I soldi, spiega ancora Vimercati a Cotti, servivano a finanziare la politica “che costa”. Ma non solo a livello locale, bensì pure per Roma, in modo che Penati potesse contare così di più all’interno dei DS (poi PD). Non solo. Fu spiegato a Cotti che, se voleva lavorare, egli avrebbe dovuto coinvolgere le cooperative emiliane, altra struttura di potere della sinistra.

E le accuse di Diego Cotti sono ritenute molto attendibili da parte della Procura di Monza, anche perchè combaciano perfettamente con le dichiarazioni di Piero Di Caterina e Giuseppe Pasini. Tanto che non si esclude che Penati possa in seguito anche essere arrestato.

 

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Giuseppe Timpone