Ha gettato la maschera e si è presentato per quello che è sempre stato: un politicante di professione. Parliamo del presidente della Camera, Gianfranco Fini, il quale nel suo ruolo istituzionale ha avuto la sfacciataggine di bloccare la presentazione di una proposta di legge alla Camera, a firma dei deputati dell’Idv, che chiedeva la soppressione dei vitalizi dei deputati, senza giri di parole. Niente riduzioni, niente sforbiciate. Semplicemente, se la proposta fosse stata votata e approvata, non ci sarebbero stati i vitalizi, al raggiungimento dei 65 anni di età o dei 60 anni, a secondo degli anni di legislatura. Ma Fini non ha consentito nemmeno che la proposta fosse messa ai voti, dichiarandola incostituzionale. Secondo il presidente della Camera, infatti, sarebbe orientamento della Corte Costituzionale una bocciatura di leggi che dovessero mettere le mani su trattamenti economici in corso.
Per dirla breve, se tagli o soppressioni di vitalizi ci devono essere, saranno in futuro, senza toccare i diritti acquisiti dei poveri parlamentari.
Una scelta che ha giustamente messo su tutte le furie i deputati dell’Idv, che accusano Fini di un atto grave, essendosi fatto portavoce della casta. Gli stessi proponenti ricordano che l’anno scorso ci fu un ordine del giorno, a firma sempre di Antonio Borghesi, che proponeva la stessa e identica cosa. Ma lo scorso anno, la proposta non era stata dichiarata incostituzionale ed era stata messa ai voti. Ovviamente bocciata da tutti. Quindi, ad essere maligni, Fini ha impedito che si votasse su una proposta di soppressione dei vitalizi per evitare che l’opinione pubblica si accorgesse per l’ennesima volta che la Camera avrebbe tutelato i privilegi dei suoi deputati e con il clima che c’è in giro, non si sa mai.
Altro che nuovo centro-destra, Futuro e Libertà e altre buffonate varie. Fini è il rappresentante della casta politica e dei suoi privilegi, espressione di un mondo che vive e ha vissuto solo di politica, senza avere mai lavorato. Da questi personaggi non potremmo mai pretendere alcunchè di buono. Con soli 1006 euro di versamenti mensili, un deputato si porta a casa un vitalizio tra i 2486 ai 7460. Alla faccia dei cittadini comuni e dei loro sacrifici per andare in pensione. Ricordiamocene, quando ci rechiamo alle urne.