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Allarme del Wwf: la plastica arriva dal mare alle nostre tavole

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Giuseppe Di Spirito

Un dato allarmante:  il 70-80% dei rifiuti marini di grandi dimensioni è costituito da plastica; tra Francia, Spagna e Italia ce ne sono circa 500 mila tonnellate, concentrazioni superiori addirittura all’Oceano Atlantico e Pacifico. Numeri diffusi dal Wwf (World Wildlife Fund – Fondo mondiale per la vita selvatica) a cui si aggiungono altri informazioni negative. Sulle coste ad esempio i rifiuti più presenti sono i sacchetti di plastica, le bottiglie di plastica, sigarette e mozziconi. Ma quel che è peggio è che ”la plastica in mare, polverizzata, si trasforma in microparticelle che entrano nella catena alimentare” sostiene Marco Costantini, il “responsabile mare” del Wwf, intervistato dall’agenzia di stampa Adnkronos.

Il pericolo quindi non è circoscritto alla fauna marina, ma a questo punto va ben oltre, secondo la campagna “Med – Me’diterrane’e en ranger” che pattuglia i sopracitati paesi (che sarà ancora in corso fino al 2013) risultano 250 miliardi di microparticelle di plastica che vanno a comporre le 500 tonnellate di avanzi, un miscuglio inquinante che finisce nella catena alimentare, dal plancton al metabolismo degli abitanti marini, ed infine anche all’uomo che se ne nutre.

Il Wwf annuncia quindi il lancio della campagna ‘‘Sos plastica” che si prefigge di mappare la situazione dell’inquinamento da rifiuti di plastica, sia in mare aperto che sulle coste. L’iniziativa vedrà la collaborazione del gruppo multimediale “Yacht&Sail” e chiederà aiuto ai diportisti che durante i loro viaggi si imbattano in rifiuti di plastica, chiedendo loro di segnalarli sul sito http://mediterraneo.wwf.it e corredando il tutto con un punto nave dell’inquinamento rilevato, una piccola descrizione, fotografie o video. Secondo Costantini i dati dovrebbero arrivare entro la fine dell’estate, ed in seguito, probabilmente ad Ottobre, si potrà segnalare con cognizione di causa l’estensione e l’ubicazione del fenomeno alle autorità competenti, invocandone l’intervento.

Allarmante il dato sulle specie marine, ben 267, nei cui stomaci si troverebbero pezzi di plastica ed altri corpi estranei inquinanti, particolarmente colpite la larga maggioranza delle tartarughe marine del Mediterraneo occidentale e del mar Adriatico. Preoccupante la situazione della “tartaruga Caretta” che in percentuale di una su su 3 si ritroverebbe nello stomaco “sacchetti della spesa, imballaggi, cordini, polistirolo espanso, filo per la pesca”. Ma anche gli uccelli ed  i mammiferi marini sono vittime del fenomeno, ad esempio si apprende che nello stomaco dei 7 capodogli spiaggiati a Manfredonia circa 2 anni fa, è stato rinvenuto 1 chilo di sacchetti di plastica!

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Giuseppe Di Spirito